Perlasca e Rupnik, in Vaticano c'è aria di sfrontatezza
Reintegrato in Segnatura il prelato già protagonista (scagionato) del "caso" londinese; mentre Rupnik continua a comparire sull'Annuario come consultore del Culto Divino. Inevitabile chiedersi quale messaggio si trasmette all'esterno (e all'interno).
Rupnik: coincidenze e negligenze della comunicazione vaticana
Nello stesso giorno della pubblica denuncia di abusi, Vatican News annuncia che le indagini vanno avanti. Rompendo con tempismo sospetto un silenzio che durava da ottobre.
Allarme tra i Gesuiti: dopo Rupnik tira aria di "repulisti"
Il decano del Pontificio Istituto Orientale, padre Ruyssen, dimesso con effetto immediato e allontanato da Roma in pieno anno accademico e altri traslochi improvvisi. I Gesuiti si scrollano di dosso i "confratelli difficili". Ripetendo la solita strategia: allontanare, invece di intervenire.
Rupnik, l'ex suora esce allo scoperto: "Abusi molto gravi"
In conferenza stampa Gloria Branciani denuncia richieste di natura sessuale sempre più aggressive e blasfeme. Un passo decisivo per far luce sul caso del sacerdote sloveno, che getta un'ombra sulla trasparenza dell'attuale pontificato.
Chiusa la Comunità Loyola, il processo a Rupnik può attendere
Le 40 suore si trovano ora libere da un sistema malato e oppressivo, ma pur sempre in attesa che un giudizio chiaro della Chiesa mostri il volto dell’aggressore.
Processo a Rupnik: il minimo sindacale è fare nomi e cognomi
L'inatteso ritiro della prescrizione è un segnale importante per la credibilità della Chiesa sul fronte abusi, purché faccia luce non solo sulle accuse imputate all'ex gesuita, ma anche su chi e perché ha gestito il caso in modo tale da ferire vittime e fedeli.
Il Papa deroga alla prescrizione: Rupnik va a processo
Il pressing della Pontificia Commissione per la tutela dei minori costringe a riaprire il vaso di Pandora degli abusi commessi dall'ex gesuita sloveno. Ci voleva forse il Sinodo per far notare la contraddizione tra "ascoltare" a parole e insabbiare nei fatti.
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- DOSSIER: Il caso Rupnik
Rupnik il vagabondo trova casa in una diocesi slovena
Per l'ex-gesuita si prospetta l'incardinazione a Capodistria, con la benedizione del Nunzio. Del resto non pende su di lui alcuna condanna, malgrado i ripetuti abusi. Tutto "risolto", con gran sollievo del protagonista e dei Gesuiti, liberati dalla patata bollente.
- DOSSIER: Il caso Rupnik, un "mosaico" di abusi e ambiguità
«Io, abusata, denuncio padre Rupnik per salvare altre donne»
«Rupnik e sr. Ivanka Hosta sono pericolosi, vanno fermati definitivamente». «Molte sorelle ancora pagano le conseguenze degli abusi subiti, non abbiamo mai avuto nessun aiuto, né materiale né psicologico». «I vescovi devono capire che occultare il male distrugge la Chiesa». Intervista esclusiva della Bussola a Fabrizia Raguso, una delle vittime del gesuita sloveno e tra le prime a dar vita alla Comunità Loyola.
- DOSSIER: Il caso Rupnik, un "mosaico" di abusi e ambiguità
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Dal Vicariato di Roma uno schiaffo alle vittime di Rupnik
A due giorni dall'incontro tra il Papa e la direttrice del Centro Aletti la diocesi capitolina parla di «vita comunitaria sana e priva di particolari criticità». Grandi assenti le donne abusate, che continuano a restare senza voce.
Non risposte e ombre: il gesuitismo dei gesuiti su Rupnik
La Bussola ha chiesto a padre Verschueren perché la Compagnia di Gesù non avesse proceduto ad avviare l'iter di dimissione dallo stato clericale di Rupnik. Le risposte mostrano una cinica prudenza gesuitica e confermano che i gesuiti hanno voluto scientemente evitare la strada della laicizzazione dell'artistar, per difendere la credibilità dell'ordine e non infastidire il Papa.
Rupnik espulso dai Gesuiti. E loro provano a discolparsi
Marko Ivan Rupnik è ormai definitivamente dimesso dalla Compania di Gesù. Ma le giustificazioni dei Gesuiti fanno acqua e sulla riduzione allo stato laicale del prete "artistar" scaricano la patata bollente sulla Santa Sede.
Rupnik, il caso è chiuso: tutti contenti tranne le vittime
La recente Lettera agli Amici del Centro Aletti ripropone la narrazione per cui le accuse all'ex-gesuita non sono altro che calunnie. Dimesso dall'ordine lui sarà libero di incardinarsi dove vuole, ma anche Santa Sede e Gesuiti hanno evitato di dover aprire un vaso di Pandora.
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Rupnik dimesso dai Gesuiti ma solo per "disobbedienza"
L'artista-teologo ha ricevuto un decreto di espulsione dall'ordine, per il «rifiuto ostinato di osservare il voto di obbedienza», avendo rifiutato il trasferimento imposto. Bene ma non benissimo: gli abusi e gli scandali non contano? Senza contare che continua a rimanere sacerdote.
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Rupnik, un'arte superficiale e che non è frutto di preghiera
«Nelle opere di Rupnik vi è solo un'imitazione superficiale ed esteriore della pittura bizantina. È necessario invece vivere una vita di preghiera, essere intrisi di una spiritualità, sottoporsi a penitenze prima di mettere mano ai pennelli, essere mossi dallo Spirito Santo e dal desiderio di comunicare la fede ai fratelli, senza puntare su guadagni astronomici». Il professor Giorgio Esposito spiega perché Rupnik e le sue opere sono la falsificazione dell’iconografo orientale.
«Mistica deformata: le opere di Rupnik non aiutano a pregare»
Il dibattito avviato a Lourdes sulle opere di Rupnik interroga tutti i fedeli. Intervista a don Nicola Bux: «La situazione dell’arte sacra ha contribuito alla secolarizzazione e alla perdita della fede. E Rupnik si è inserito in questo vuoto. I vescovi committenti dovrebbero chiedersi se i fedeli, davanti all’arte di Rupnik, siano portati alla preghiera o piuttosto alla danza attorno al vitello d’oro, che siamo noi stessi».
Uno, nessuno, tre papi: dai gay a Rupnik quante versioni
Lo strano caso di Bergoglio e delle sue diverse facce. Dalle tre versioni sul recente ricovero alle benedizioni gay: prima dice no alla Cdf, poi "ni" ai tedeschi e infine sì ai belgi. Idem su Rupnik: il primo dice di non sapere, l'altro è garantista e l'ultimo decisamente "misericordista".
Anche suor Samuelle accusa il "superprotetto" Rupnik
Ancora nessuna sanzione è stata adottata nei confronti del gesuita, malgrado il moltiplicarsi di testimonianze da parte di religiose abusate e stanche di veder insabbiate le proprie denunce. Garantismo a senso unico, per l'abusatore e non per le vittime.
Troppe cose non tornano nella visita al Centro Aletti
Il cardinal vicario dispone una visita ricognitiva all'associazione fondata da Rupnik, ma a Villa Aletti ci sono ben quattro realtà tra loro intersecate, compresi gesuiti e consacrate. Al groviglio di via Paolina potrebbe essere legata anche la vicenda di padre Zollner, che punta il dito contro la Commissione per la tutela dei minori (da cui si è appena dimesso).
Non solo Rupnik: il regime oppressivo della Comunità Loyola
Versione "femminile" del carisma ignaziano, la comunità è stata un focolaio di tensioni e abusi psicologici, intrecciati all'ambiguo rapporto tra la fondatrice suor Ivanka e l'artista gesuita finito in un braccio di ferro che ha stritolato le religiose. Dal 2019 è in corso un commissariamento non esente da timori che tutto ciò venga insabbiato.
Abusi e "porno-mistica": lo scandalo francese spiega Rupnik
Settant'anni di scandali occultati tra le mura della comunità L’Arche che hanno coinvolto il fondatore Jean Vanier e il suo padre spirituale p. Thomas Philippe. Una sinistra mescolanza di violenze psicologiche e sessuali ammantate da "giustificazioni" spirituali e un senso di impunità che si ritrovano anche in fenomeni più recenti.
La diocesi di Roma promuove ancora la "parola" di Rupnik
Sul portale della diocesi di Roma è ancora presente la riflessione di padre Rupnik sul matrimonio, con espressioni che, rilette alla luce dello scandalo sessuale venuto alla luce, non possono non suscitare disgusto. Tra gesuiti e diocesi pare una corsa a far finta di nulla.
Rupnik, i Gesuiti ammettono altri 15 casi. Ma la protezione continua
Sconcertanti ammissioni dei gesuiti sul caso Rupnik. Il padre Verschueren, delegato per la Compagnia di Gesù, ammette che sono arrivate altre 15 segnalazioni di abusi commessi dal gesuita "artistar", ma si rifiuta di ridurlo allo stato laicale perché comporterebbe rimuovere ogni controllo su di lui. Come se in questi 30 anni lo sloveno non avesse compiuto i crimini di cui è accusato proprio abusando della sua autorità sacerdotale.
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Ecco perché si deve insistere sullo scandalo Rupnik
Non è il peccato del prete-artista che ci sconvolge, per quanto grave sia. Ci indigna invece il sistema e la trama di coperture che non solo ha permesso 30 anni di abusi, ma che continua nell'opera di protezione e copertura.
Cosa fare delle opere di Rupnik, criteri per il dibattito
Il caso Rupnik porta con sé anche il problema di cosa fare delle opere del gesuita sloveno. I suoi libri affrontano temi legati alla sua condotta immorale. Riguardo all’arte, c’è chi lo difende richiamando i casi di Michelangelo e Lippi. Ma il paragone non regge a livello artistico. E, soprattutto, Rupnik ha elaborato una falsa fede e falsa mistica per irretire le sue vittime.
Rupnik, i Gesuiti fanno muro per ammorbidire le sanzioni
Dalle dichiarazioni del gesuita Verschueren appare probabile che la comunicazione da parte della Compagnia di Gesù sui provvedimenti nei confronti di Padre Rupnik non andrà nella direzione di quella che rimane l’unica sanzione proporzionata ai crimini commessi dal gesuita: la dimissione dallo stato clericale. Eppure, il codice di diritto canonico parla chiaro.
Scandalo Rupnik, le sconcertanti amnesie del Papa
Mentre emerge un’altra, terribile, testimonianza di una suora vittima di padre Rupnik, papa Francesco in una intervista all’agenzia Ap se ne lava completamente le mani. Non avrebbe saputo nulla, non sarebbe mai intervenuto, e difende la prescrizione dei crimini perché non si tratta di minorenni o “adulti vulnerabili”. Una linea di difesa insostenibile, tante sono le circostanze che lo smentiscono.
Rupnik, il silenzio di Francesco fa male alla Chiesa
Continua il silenzio del Papa sul caso Rupnik, un atteggiamento che perfino il Sismografo definisce «inspiegabile» e capace di screditare gravemente la Chiesa. Intanto, la testimonianza di un’altra donna peggiora la situazione del gesuita sloveno. Lui e chi lo ha coperto non possono restare impuniti. E Bergoglio deve rispondere del proprio operato.
L'uscita di Rupnik lascia un "mosaico" di interrogativi
Il teologo-artista dovrebbe essersi ritirato in un monastero e un confratello lo sostituisce a predicare gli esercizi a Loreto. Un cambio della guardia che non mette a tacere dubbi e perplessità su silenzi e coperture, dal Centro Aletti al vicariato di Roma.
Caso Rupnik, silenzio intollerabile. Subito un'indagine
Silenzio della Santa Sede, silenzio del Centro Aletti, silenzio dei vertici della Compagnia di Gesù: è una chiara strategia per far passare la bufera e poi risolverla alla chetichella. Ma lo scandalo è troppo grosso e le persone che si sono rivelate complici di questa situazione sono così tante, che è necessaria un'immediata Visita Apostolica che metta in luce la responsabilità di tutti e ciascuno gli attori in causa. I rilievi del famoso canonista padre Gerald Murray e le nuove rivelazioni di un'altra ex suora.
Loreto, porte aperte a Rupnik: continua ancora a predicare
Nonostante la condanna per le gravissime accuse di natura sessuale piovutegli addosso, nonostante la scomunica, le proibizioni e i divieti, il nome di Padre Marko Rupnik continua a circolare indisturbato come predicatore e consulente vaticano. A Loreto la Bussola trova conferma che gli esercizi spirituali per religiosi tenuti dal gesuita in febbraio sono confermati e aperti alle iscrizioni; resta in piedi la cattedra al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo e così anche i suoi numerosi incarichi di consultore presso alcuni dicasteri vaticani. Con quale autorevolezza e specchiata testimonianza potrà predicare ai religiosi?
- RAGGIRI E COPERTURE: COSÌ È DIVENTATO "ARTISTAR", di Luisella Scrosati
- E DAL CARDINALE DE DONATIS UNA DIFESA SENZA PUDORE, di Riccardo Cascioli
"Raggiri" e coperture: così Rupnik è diventato "artistar"
La folgorante carriera artistico-ecclesiale di Rupnik: mandato a Roma dopo aver già coinvolto diverse donne nei suoi giochi erotici. Una volta a Roma ha spiccato il volo: la consacrazione con la cappella Redemptoris Mater e il "raggiro" all'artista incaricato. E poi la discussa realizzazione del Seminario Maggiore romano con la dedicazione dell'altare quando era già stato condannato.
Rupnik, lo scandalo degli abusi bussa a Santa Marta
I gravi abusi sessuali commessi da padre Rupnik ai danni delle suore che erano sotto la sua cura spirituale e il grave crimine di assoluzione del complice che gli ha procurato la scomunica sono fatti ormai appurati. Ma la potente rete di complicità e protezione, che tuttora lo vede impunito, arriva ora a toccare anche il Santo Padre: solo lui infatti aveva il potere di rimettere la scomunica. Cosa dunque è accaduto? Si attendono ancora risposte adeguate dal Vaticano.
Rupnik gate: ombre su trasparenza di Chiesa e Gesuiti
Il superiore dei Gesuiti smentito da se stesso sulla condanna di padre Marko Rupnik finito al centro di uno scandalo dai contorni ancora non chiariti. La vicenda sta gettando sospetti sulla trasparenza della Chiesa e della Compagnia di Gesù. Le zone d'ombra sono ancora tante: non c'è solo l'indagine conclusa con la prescrizione, ma anche la scomunica per assoluzione del complice, come rivelato dal blog "Messainlatino". Una scomunica lampo, revocata perché il celebre artista ha detto di essersi pentito. Ma chi ha revocato la scomunica? Per delitti di questo tipo è riservata a pochi, tra cui il Papa.
Su Rupnik i gesuiti mettono una toppa peggiore del buco
Errori grossolani di comunicazione da parte della Compagnia di Gesù riguardo alle indagini sull'artista-teologo. Il preposito generale ridimensiona i fatti, ma i malumori non si placano, aggravati semmai dall'indiscrezione sulla scomunica latae sententiae ritirata "motuproprio" dal Papa.
Il "caso Rupnik" ferisce anche la credibilità della Chiesa
Il celebre artista gesuita nell'occhio del ciclone: violenze psicologiche e forse sessuali risalenti a 30 anni fa. In più, la clamorosa indiscrezione su una presunta scomunica per «assoluzione del complice in confessione», poi bloccata dal Papa in persona. Ne esce ammaccata anche la Chiesa.