La processione finale e la profezia di Beatrice
Siamo ormai giunti agli atti finali del Purgatorio. Nella foresta si sta dispiegando una processione mistica dal valore profondamente simbolico. Sette candelabri sono seguiti da altrettanto liste luminose, poi da ventiquattro seniori e da quattro animali. Sopraggiunge poi un carro, trainato da un grifone...
Dopo l'addio di Virgilio, Dante incontra Beatrice
Siamo ormai giunti alle ultime parole che il maestro Virgilio rivolge a Dante prima di scomparire definitivamente dal palcoscenico della Commedia. Il poeta fiorentino è ormai giunto di fronte al Paradiso terrestre, l'Eden abitato un tempo da Adamo ed Eva. Qui Dante incontra per la prima volta Beatrice.
Dante incontra Guinizzelli, il maestro del Dolce Stil Novo
Siamo ormai giunti alla settima e ultima balza del Purgatorio, quella dei lussuriosi. Dante vuole conoscere il vizio di cui si è macchiata l’anima con cui sta parlando e la sua identità. Chi risponde è Guido Guinizzelli, il maestro del Dolce Stil Novo. Dante vuol sapere perché si trovi fra i lussuriosi.
Dante spiega come è nato il Dolce Stil novo
Forese Donati, anima che abbiamo trovato nella balza dei golosi, indica all’amico Dante altri compagni di pena. Tra questi Bonagiunta Orbicciani da Lucca, che sembra mostrare una gioia maggiore nell’incontrare Dante. Siamo nel Canto XXIV, e per la prima volta compare l'espressione Dolce Stil novo.
Dante incontra Donati e fa brillare l'amicizia
Continua nel canto XXIII del Purgatorio il percorso sulla poesia. Ora la riflessione è passata dalla letteratura antica a quella contemporanea al poeta. Dante si è sovente cimentato in componimenti giocosi, come nella tenzone con il senese Cecco Angiolieri (suo antagonista) o in quella con Forese Donati, suo amico.
Chi è il maestro? Chi testimonia una verità non sua
Nel Canto XXI si trovano gli avari e i prodighi. Distesi bocconi a terra, pronunciano le parole del salmo biblico: «Io sono prostrato nella polvere». Qui incontrano Stazio, poeta autore della Tebaide e grande ammiratore di Virgilio. Ecco il commovente incontro tra il poeta e il suo maestro.
Talento, ragione, educazione e libertà: ecco l'uomo
Nel canto XVI del Purgatorio ci troviamo proprio a metà dell’intera Commedia (il canto cinquantesimo). Il poeta è giunto nella terza balza, dove espiano il loro vizio gli iracondi, immersi nel fumo. Qui Dante incontra Marco Lombardo, uomo di corte che ben conosce il mondo, vissuto nella seconda metà del secolo XIII.
L'invidia che chiude gli occhi e nasconde la realtà
Più volte nell’Inferno Dante aveva sottolineato la responsabilità dell’invidia in relazione alle discordie civili che sorgono all’interno di un consorzio umano e di una città. ella seconda balza del Purgatorio si trovano proprio gli invidiosi, come ciechi che chiedono l'elemosina. Qui Dante incontra Sapìa e Guido del Duca.
Fu vera gloria? Com'è effimera la stima del mondo
Il tema della fama effimera è affrontato nel canto XI del Purgatorio, nella balza dei superbi, dove il Sommo Poeta incontra dapprima Omberto degli Aldobrandeschi. Per ascoltarlo Dante abbassa il viso. A questo punto un’altra anima si torce sotto il peso del macigno. E' Oderisi da Gubbio.
L'angelo di Dante e la lotta quotidiana contro il male
Dante è all'ingresso del Purgatorio ai piedi di un angelo portiere che con una spada in mano gli incide sette “P”, segno dei sette peccati capitali che Dante incontrerà nel suo cammino di salita: superbia, invidia, avarizia e prodigalità, accidia, gola, lussuria.
Dante polemico. Un colpo al Papato e uno all'Impero
Nel VI Canto del Purgatorio, Dante procede nella sua polemica politica. Da un lato accusa il clero di essere saltato sul cavallo dell'Impero, badando troppo al potere temporale. Dall'altro contesta l'imperatore Alberto d'Austria per aver abbandonato l'Italia.
Dante fa politica e piange sull'Italia allo sbando
Nel canto VI del Purgatorio Dante mette a tema proprio l’Italia e i problemi che da tempo la dilaniano, si scaglia contro il suo paese, ricordando, però, anche come sia la patria dell’Impero e del Papato. Il poeta si trova ancora nell’Antipurgatorio e qui incontra Sordello da Goito.
Pia de' Tolomei sposa fedele fino alla morte
Il marito la fece scaraventare giù dal balcone del suo castello della Pietra in Maremma, da quello che ancora oggi è chiamato «Salto della contessa» o, forse, la uccise lui stesso. Forse per sposare un'altra donna. Con Pia de' Tolomei, nel Purgatorio torna ad essere protagonista una donna.
Nella Croce sul petto la verità della morte di Bonconte
Dante si trova a Campaldino dove partecipava come combattente a cavallo alla battaglia che vedeva contrapposti i guelfi, soprattutto fiorentini, ai ghibellini, in prevalenza aretini. Molti sono i morti in quel combattimento. Tra questi Bonconte da Montefeltro, la cui fine è avvolta da un alone di mistero.
Manfredi: condannato dagli uomini, perdonato da Dio
Il principe Manfredi, morto in battaglia dopo una vita di lotta contro la Chiesa, non è andato all'Inferno. E' bastato quell'attimo di pentimento sincero. La Misericordia è infinita, contrariamente alla giustizia umana che non sa leggere il cuore.
Se avessimo potuto conoscere tutto...
In pochi versi, Dante celebra la pochezza della ragione umana di fronte al Mistero. È la storia dell'uomo nella sua instancabile ricerca della verità, che non può essere colta appieno senza la Rivelazione e si tramuta in pena nell'Aldilà.
L'incontro con l'amico Casella, il cantore dantesco
All'inizio del suo viaggio nel Purgatorio, Dante incontra Casella, l'amico che metteva in musica i versi delle sue poesie. Casella canta "Amor che ne la mente mi ragiona", un'esaltazione della filosofia e un componimento dedicato alla donna gentile.
Umiltà, mendicanza e desiderio di purificazione
All'inizio della salita Catone rimanda indietro Dante e Virgilio. Il viator deve compiere, prima di entrare, due riti. Deve cingere d'un giunco in segno di umiltà. E lavarsi il viso dalla fuliggine rimastagli dall'Inferno, per purificarsi.
Inizia il cammino per la libertà
L'atmosfera del Purgatorio è completamente diversa: non si udiranno più le strilla e le urla dei dannati, ma si sentiranno soavi canti modulati all’unisono dalle anime purganti. C'è ora un popolo animato dalla speranza del Cielo e, perciò, lieto.
Inferno o Purgatorio: i perché di una sentenza
Nella seconda cantica di Dante troviamo in parte gli stessi peccati, ma l'atmosfera è diversa, più simile a quanto si vive sulla Terra. La differenza sta nel pentimento e nella contrizione di chi si affida a Dio con la sua fragilità, incontrando così la Misericordia.