Promemoria per votare sereni, senza farsi terrorizzare
Come larga parte degli italiani, vorrei votare senza la sgradevole sensazione del freddo di un revolver appoggiato alla tempia. I cui proiettili hanno il nome di spread, fallimento di banche, Italexit, giovani costretti a emigrare... Uno dopo l'altro, questi argomenti del terrorismo psicologico si rivelano delle grasse bufale.
La democrazia svuotata del suo contenuto
La riforma costituzionale che voteremo nel referendum del 4 dicembre, rischia di far prevalere la tecnica sulla democrazia. Come avvertiva il filosofo Friedrich von Hayek nel 1944, è la condizione in cui il potere statale controlla tutti i mezzi per controllare i nostri fini. La democrazia non scompare, ma è svuotata dei suoi contenuti.
Le mani dell'Ue sul nostro Parlamento
Con la riforma l’espressione “ordinamento comunitario” è sostituita da “ordinamento dell’Ue”: è la stessa cosa? Il rischio che si configura è di considerare come vincolante ogni atto dell’Unione facendo leva sul ritornello “l’Europa ce lo chiede”.
-UN PARLAMENTO PIU' FRAGILE di Aldo Ciappi*
Un Parlamento più fragile alle insidie delle lobby
L'Italicum rende il Parlamento “ratificatore” delle leggi imposte dal Governo. Un Governo che risponda sempre meno al Parlamento e sempre più a interessi e politiche di lobbismo di vario tipo - neo-malthusiana ed lgbt - porrebbe ben poco argine e freno all’invasione delle norme provenienti dalle istituzioni Ue.
Il linguaggio oscuro della riforma del Senato
Tutto si può dire dell'attuale Costituzione italiana, men che non sia chiara. La riforma è invece scritta con un linguaggio molto più tecnico, molti cambiamenti importanti sono lasciati (volutamente?) all'oscuro e descritti in termini vaghi. Parrebbe più il testo della conversione di un decreto legge, invece che una legge suprema.
L'illusione politica della semplificazione legislativa
Uno dei cavalli di battaglia della campagna del SI è la "semplificazione" legislativa. Ma a parte il fatto che l'Italia non ha bisogno di moltiplicare ulteriormente le sue leggi, è la semplificazione stessa a risultare illusoria.
IL LINGUAGGIO OSCURO DELLA RIFORMA di Giuseppe Pergola
Gli ordini professionali e il rischio del liberismo
Le corporazioni, oggi gli ordini professionali, sono state la bestia nera del liberalismo di matrice illuminista: la loro struttura comunitaria, tesa a garantire professionalità e rispetto della morale connessa all’esercizio di uno specifico lavoro intellettuale, contrasta con il dogma che è il mercato l’arbitro esclusivo del prezzo di una prestazione. E questro sarà a rischio col Referendum.
Cronos mangia i suoi figli: lo Stato divorerà le Regioni
La riforma della Costituzione oggetto del referendum del 4 dicembre è ostile ai territori e alle autonomie poiché aumenta a dismisura gli ambiti dell’intervento legislativo statale. Il vero attacco ai popoli che abitano i diversi territori d’Italia è nella clausola di supremazia. Con la quale lo Stato deciderà anche se aprire un ospedale. Ricentralizzare indiscriminatamente provocherà allora inefficienza e costi.
Un revolver alla tempia per la sussidiarietà regionale
E' già carico il revolver da puntare alla tempia delle Regioni a Statuto Speciale per far digerire una revisione degli Statuti dettata dallo Stato. Chi ha a cuore le prerogative autonomistiche e il principio di sussidiarietà, dovrebbe essere cauto nel condividere la riforma costituzionale sottoposta a referendum.
-IL PASTICCIO DEL SENATO di Francesco Maria Agnoli
Il Parlamento diventerà una cameretta del Governo
Se la riforma venisse approvata, la gran parte delle proposte governative verranno rapidamente e quasi “automaticamente” approvate, con conseguente trasformazione della Camera dei Deputati in una sorta di camera del Governo, o peggio in una cameretta, personale e personalizzata, a misura di Premier.
Lo smantellamento dei corpi territoriali intermedi
E’ una riforma che riduce fortemente gli spazi di autonomia. E’ un intento dichiarato: due anni fa, in occasione di una Leopolda il premier annunciava la "Disintermediazione" dei corpi intermedi. Vuol dire che intende farne a meno in ogni occasione possibile. Eppure le realtà territoriali contribuiscono a proteggere le libertà.
Se vince il Sì, il popolo potrà esprimersi ancora meno
Qualcuno si è accorto dell'elezione dei Consigli delle città metropolitane? No? Ebbene si trattava di un voto importante, perché elegge gli organi di governo locale delle maggiori città italiane. E rende l'idea di come verrebbe eletta, all'insaputa di tutti, la camera alta del Parlamento: il Senato.
Con la riforma sarà più facile cancellare i diritti naturali
In che misura la riforma costituzionale può avere ricadute sui temi eticamente sensibili? Finora il bicameralismo legislativo ha consentito una più ampia e approfondita ponderazione delle leggi che riguardano i temi etici. Se vincesse il Sì, una sola Camera potrebbe far passare tutti i desideri della maggioranza su famiglia e vita.
Con la riforma ci rimette anche la scuola
Tra i diversi poteri che con la riforma Renzi-Boschi verrebbero sottratti alle Regioni, un discorso a parte merita quello dell'istruzione, con ulteriore diminuzione dei margini di autonomia scolastica. L'obiettivo appare quello di eliminare tutti i corpi intermedi oltre che le autonomia locali.
Mortificazione del principio di sussidiarietà
La riforma costituzionale Renzi-Boschi esalta il ruolo degli enti locali con il nuovo Senato delle Regioni? Solo apparentemente. Nella pratica, svuota ogni forma di autogoverno, privando le Regioni di quasi tutti i loro poteri e abolendo le Province. E attribuisce molto più potere al governo centrale, a Roma.
Referendum, una semplificazione...complicata
Sotto accusa il nuovo articolo 70, che, lungi dal sottrarre al Senato tutte le competenze che aveva, gliene lascia tantissime, alcune delle quali assai importanti: il bicameralismo non scompare, viene solo reso più complicato.
I senatori non rappresenteranno più la nazione
I membri del Parlamento, secondo l'articolo 67 della Costituzione vigente, rappresentano la nazione. L'articolo verrebbe riformato, in caso di vittoria del SI. I senatori diverrebbero rappresentanti dei territori. Ma saranno eletti/nominati dalle giunte locali. Dunque chi rappresenterebbero, se non i partiti locali maggioritari?
Quell'Italicum ricorda tanto la "Legge Acerbo"
Il sistema previsto dalla nuova legge elettorale, che potrebbe premiare con la maggioranza assoluta un partito con meno del 20% dei consensi, ha molti punti di contatto con la legge che nel 1923 agevolò l'affermazione del fascismo. Il suo effetto sarebbe poi ampliato dalla riforma costituzionale che disarticola i corpi intermedi.
Referendum, il mito della stabilità con lo Statuto Matteino
Sebbene la propaganda per il "sì" alla riforma costituzionale insista sulla stabilità che ne deriverebbe, i fatti dicono invece che questa dipende esclusivamente dalla legge elettorale. La gravità non è solo in questa menzogna, ma nella pericolosità di far dipendere la Costituzione da una legge ordinaria: un ritorno ai tempi del regno sabaudo.
Governabilità contro rappresentanza
I governi nazionali sono ormai esecutori materiali di politiche decise altrove, e la riforma proposta da Renzi obbedisce alla necessità di dare attuazioni pratica a queste decisioni, evitando discussioni parlamentari. La vittoria del "sì" accelererebbe la fine di un mondo che fa dell'Italia un'eccezione.
- NAPOLITANO A GAMBA TESA, UNO SCANDALO, di Ruben Razzante
Questa riforma non produce vera partecipazione
Preannunciata dal governo come strumento da offrire al Paese nell’ottica di allinearsi alle più avanzate democrazie occidentali, la riforma costituzionale si presenta, in realtà, frammentaria, contraddittoria ed in alcuni passi equivoca. Come nel caso del nuovo art. 71 della Costituzione. Ecco perché.
TRA I SI E I NO UNA IMPOSSIBILE PAR CONDICIO di Ruben Razzante
Questa riforma consegnerà l’Italia alle lobby
«La modifica della Costituzione serve alle multinazionali, alle banche, alla finanza», a scapito degli interessi dei cittadini italiani. Lo ha detto il presidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, invitando gli elettori a respingere la riforma con un “No” al referendum. Ha davvero ragione? Sì, e in questo articolo dedicato alla riforma, l'avvocato Francesco Farri, del Centro Studi Livatino, spiega il perché.
Riforma No grazie: è centralista e autoritaria
Non riduce i costi della politica, colpisce l’autonoma degli enti territoriali, innesca pericolosi conflitti istituzionali, riducendo al lumicino il ruolo legislativo del Senato. Da qui un’involuzione autoritaria che si produrrà con una riforma costituzionale che concentra tutto il potere nel governo. Lo dice Mauro Ronco è presidente del Centro studi Livatino e ordinario di diritto penale all’Università di Padova, nel primo di una serie di interventi sulla riforma costituzionale.