Lucifero, all'origine del male
L'angelo che era il più bello, il più vicino a Dio, diviene l'immenso mostro a tre teste all'origine del male. Dante conclude, con questa visione di Lucifero, il suo viaggio nell'Inferno. Un inferno tutt'altro che vuoto, come conferma la Bibbia.
Il monologo del Conte Ugolino
Nell'ultimo cerchio Dante incontra i traditori nei confronti della patria, degli ospiti dei parenti e dei benefattori. In particolare si imbatte nel Conte Ugolino, la cui tragedia viene raccontata dallo stesso in cinque atti.
Ulisse, la brama dell’uomo di mare
Ulisse, il personaggio della letteratura greca più amato, ancora ai giorni nostri, viene incontrato da Dante nell'Ottava Bolgia dell'Inferno. Dannato per le sue menzogne, non per il suo valore di uomo di mare, che è emblema del desiderio umano di conoscenza.
Dante e i simoniaci, comicità sull'avidità dei Papi
Proprio il Papa del Giubileo verrà collocato ante litteram tra i simoniaci nel canto XIX. Il Papa non è ancora morto al momento dell’ambientazione della Commedia. Il poeta utilizza allora un escamotage per poterlo condannare ad ogni modo: fa sì che un altro dannato profetizzi l’arrivo del papa.
Malebolge, la parte più sconosciuta dell'Inferno
L'ottavo cerchio da solo occupa un terzo dell'intera cantica, ma è anche il meno conosciuto. Qui troviamo fraudolenti, ipocriti, simoniaci, indovini, ladri. ma un trattamento durissimo è riservato ai seminatori di discordia, orrendamente sfigurati.
Ser Brunetto, un grande educatore all'inferno
Nel settimo cerchio, quello dei sodomiti, Dante incontra il suo vecchio maestro ser Brunetto Latini, che gli ha insegnato «come l'uom s'etterna». Offre una lezione sulla distinzione tra peccato e peccatore e indica la strada per la salvezza.
Pier della Vigna: non basta essere giusti e onesti
Nel XIII canto Dante incontra Pier della Vigna, onesto segretario dell'imperatore Federico II, che fu calunniato e per questo si suicidò, finendo quindi nel girone dei violenti contro se stessi.
L'Inferno è l'individualismo contemporaneo
Tra gli eretici Dante incontra Farinata, che ha speso la vita per la passione politica, ma vive nella propria solitudine e nell'orgoglio. L'inferno è l'illusione della propria autonomia, presentata come aspirazione in epoca contemporanea.
La politica non può salvare l'uomo
Nel VI canto dell'Inferno Dante affronta il problema della vita sociale e politica, attraverso l'incontro con Ciacco. Non basta dedicare il proprio tempo al vivere associato per salvarsi, ma occorre una sorta di purificazione dell'agire politico.
Ci si può educare ad amare? Dante è convinto di sì
Il canto V dell'Inferno, dove si trovano le anime dei lussuriosi, è l'occasione per parlare del significato dell'amore. Il sentimento è importante, ma non può sopraffare la ragione e volere bene all'altro significa volere il bene dell'altro.
La geniale pedagogia di Dante
Può bastare un discorso per convincere un uomo, per sfrondare tutte le paure, per suscitare un impavido desiderio di giungere quanto prima alla meta? Nel II canto dell'Inferno Dante affronta questa domanda.
La selva oscura e il bene che Dante vi ha trovato
Incomincia l'avventura del viaggio di Dante. Siamo a Gerusalemme nel 1300, l’alba del 25 marzo o del 7 aprile è il momento in cui inizia la storia di Dante nella selva oscura. Il viaggio si dispiega per un'intera settimana tra i tre regni.
Che cosa sappiamo davvero di Dante?
Il destino ha voluto che Dante morisse appena terminata Divina Commedia, ma cosa è noto della sua vita? Del Fiorentino non sappiamo molto e le menzioni che fa di sè nella Commedia sono i punti per ricostruirne la biografia. - Divina Commedia, istruzioni per l'uso di G. Fighera
Divina Commedia, istruzioni per l'uso
Due sono gli obiettivi della vita umana, scrive Dante nel De monarchia, la felicità in questa vita e la beatitudine nell’altra vita. Dante ha scritto la Commedia proprio per accompagnare l’uomo di ogni tempo su questa strada. Inizia oggi l’avventura del viaggio attraverso le tre cantiche.