Saint Francis of Assisi by Ermes Dovico
Il punto

Le benedizioni sacerdotali hanno un significato pubblico

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Le benedizioni sono legate ai sacramenti. Dire che le benedizioni delle coppie omosessuali non vanno collegate al matrimonio, come fa Fiducia supplicans, è un diversivo. Le benedizioni hanno infatti un significato pubblico, indipendente dalle intenzioni soggettive. Da un articolo di The Catholic Thing.
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Ecclesia 23_12_2023

Pubblichiamo di seguito la traduzione di un articolo a firma di Michael Pakaluk, pubblicato su The Catholic Thing (titolo originale: “On the Public Meaning of Priestly Blessings”). Traduzione a cura di Luisella Scrosati.

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I vescovi statunitensi hanno rilasciato all’inizio di questa settimana una dichiarazione sulla Dichiarazione Fiducia supplicans, rassicurando i fedeli che «l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio non è cambiato». Ma dire questo significa non cogliere completamente il punto. Più pertinente è la questione se l’insegnamento della Chiesa sugli atti sessuali non procreativi sia cambiato; e se, con la Dichiarazione, la Chiesa voglia ora riconoscere un tipo diverso di relazione, che considera buona – definito «amicizia sponsale tra membri dello stesso sesso». Entrambe le variazioni segnerebbero un cambiamento importante nell’insegnamento della Chiesa sulla natura umana e, sembrerebbe, un ripudio della teologia del corpo di san Giovanni Paolo II.

Torniamo a molto tempo fa, al 2021, quando il Vaticano insegnava che «la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso». Più significative dell'affermazione, tuttavia, sono state le tre motivazioni addotte.

Il primo motivo è che le benedizioni sono sacramentali, per cui «quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia». Ma non è questo il caso ‒ insegnava ‒ delle relazioni che implicano attività sessuale al di fuori del matrimonio: «[Dio] non benedice né può benedire il peccato». Il Vaticano aveva sottolineato che la presenza di elementi positivi in tali rapporti non può annullare questo punto.

A supporto, il Vaticano citava nientemeno che un’autorità come un Concilio ecumenico, Sacrosanctum Concilium, 61. In quel paragrafo, significativamente, i Padri conciliari fanno riferimento alla «liturgia dei sacramenti e dei sacramentali». Nel 2021, il Vaticano presupponeva, in modo abbastanza naturale, che, poiché le benedizioni sono sacramentali, esse sono per loro natura liturgiche. Che una benedizione da parte di un sacerdote in talare in fondo ad una chiesa fosse non liturgica, nel senso ampio di “liturgia”, sarebbe un’assurdità. Una benedizione non aveva bisogno di essere collocata in un rituale per essere liturgica.

La seconda ragione era che le benedizioni delle persone sono intrinsecamente legate ai sacramenti, di modo che, se una relazione venisse benedetta, la benedizione non potrebbe non acquisire il significato del matrimonio, indipendentemente dalle intenzioni delle persone coinvolte.

Il terzo motivo collegato – apparentemente il meno importante – era che la benedizione delle coppie dello stesso sesso avrebbe creato confusione nei fedeli, poiché li avrebbe portati a pensare che la natura del matrimonio fosse cambiata.

Se la Chiesa pretende di fare nel 2023 ciò che ha dichiarato di non poter fare nel 2021, queste ragioni devono essere “gestite”. Fiducia supplicans, di conseguenza, affronta la prima, sostenendo che le benedizioni sono tra i sacramentali in più rapida “evoluzione”. Poi identifica una nuova classe di benedizioni, le benedizioni “pastorali” (“di misericordia”), che a quanto pare non sono nemmeno sacramentali. Si presuppone che, se queste benedizioni risultano come ricercate spontaneamente e non scritte, saranno non liturgiche.

Tuttavia, già p. James Martin ha twittato una foto di sé stesso in clergy in fondo a una chiesa mentre alza la mano per una benedizione sacerdotale su una coppia dello stesso sesso che si professa “sposata”. E lui stesso ha spiegato il cambiamento radicale del documento dicendo: «Oggi posso fare quello che ieri mi è stato proibito», anziché dire: “Oggi è stata introdotta una nuova benedizione, anche se mi è ancora proibito fare quello che volevo fare ieri”.

Pertanto, a meno che il significato di una benedizione sacerdotale non cambi (e si può dubitare che ciò possa essere realizzato a parole in un documento), la nuova pratica sembra presupporre che gli atti sessuali non procreativi non siano disordinati, o che le unioni dello stesso sesso sono un tipo distinto di bene umano ordinato a Dio. (Si noti che il peccato di sodomia o adulterio non è menzionato in Fiducia supplicans. Il fatto che venga sottolineata la misericordia non elimina il problema, poiché rimproverare il peccatore è una delle opere di misericordia spirituale).

Fiducia supplicans dedica invece gran parte del suo tempo alla terza ragione, meno importante, sottolineando che le benedizioni informali delle coppie dello stesso sesso non dovrebbero in alcun modo essere collegate a cerimonie che richiamano il matrimonio. Come ho detto, questa è una pista sbagliata, un diversivo. Ciò che è in questione non è se il matrimonio rimanga limitato esclusivamente a un uomo e una donna, ma se qualche altro tipo di unione, che non esclude gli atti sessuali, costituisca un “archetipo naturale” (per così dire) per la razza umana. Fiducia supplicans non dice nulla per escluderlo; ma difficilmente ha senso, a meno che non lo si consideri così.

In realtà, ciò che essa dice sul matrimonio lascia aperta una porta. Il suo insegnamento è che nel contesto del matrimonio «i rapporti sessuali trovano il loro senso naturale, adeguato e pienamente umano». È da notare che queste parole comportano gradazioni di più e di meno. Nessuna trasmette la gravità del peccato sessuale. Ancora più importante, il linguaggio presuppone un dualismo tra “attività sessuale” e matrimonio, come se il matrimonio fosse un mezzo in cui si collocano meglio gli atti sessuali. Ma soltanto il matrimonio è l'istituzione dei rapporti sessuali.

Il documento, come ho detto, non tiene conto della seconda ragione del documento del Vaticano del 2021, come se il significato pubblico dei nostri atti fosse manipolabile all’infinito. Cosa sarà decisivo anche in una benedizione veramente spontanea: la comprensione della coppia o il continuo ripetersi del sacerdote “non sto approvando nulla”? Supponiamo che la coppia dello stesso sesso si concepisca sposata e abbia il certificato civile per dimostrarlo. Quale comprensione della benedizione prevale? Oppure supponiamo che un padre abbandoni la sua famiglia per una “moglie trofeo”, abbia un figlio con lei e vada con lei da un prete per ricevere la sua benedizione. Può una qualche auto-esplicazione interiore da parte del sacerdote cambiare il significato pubblico di ciò che fa?

La Chiesa ha sempre offerto la sua più alta benedizione a chiunque la cerchi e non intenda dimostrare qualcosa. C’è una cosa chiamata “Benedizione”.



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