Riti pagani in Vaticano, dopo lo sfregio la menzogna
Una situazione surreale si trascina da giorni ai briefing del Sinodo: alle domande dei giornalisti che chiedono chiarimenti sui riti pagani svoltisi nei Giardini Vaticani il 4 ottobre e che si susseguono nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, i responsabili della comunicazione del Sinodo, Paolo Ruffini e padre Giacomo Costa, prima fanno finta di non sapere e poi offrono versioni platealmente smentite dalle numerose testimonianze fotografiche e video. Intanto un sito di magia ed esoterismo esulta: «Finalmente la Chiesa riconosce l'importanza delle religioni pagane».
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Come noto, lo scorso 4 ottobre nei Giardini Vaticani si è svolto un rito pagano: ebbene, mentre un sito di magia, occultismo e paganesimo esulta per il «passo importante della chiesa verso il riconoscimento delle religioni pagane e della loro importanza», e ci informa che «le streghe sono felicissime» per questo (clicca qui), in Vaticano sembrano tutti all’oscuro di quanto successo pur se erano presenti, e giocano alle tre scimmiette (“non vedo, non parlo, non sento”).
È una situazione surreale quella cui abbiamo assistito seguendo i briefing degli ultimi due giorni: prima una giornalista, Diane Montagna di LifeSiteNews, ha chiesto chiarimenti sul significato di queste cerimonie che, dopo i Giardini Vaticani, si sono ripetute addirittura nella Basilica di San Pietro e poi nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, come già abbiamo avuto modo di raccontare (clicca qui). Poi ieri è stata la volta di un vaticanista di lungo corso come Sandro Magister lamentarsi della mancanza di informazioni precise sulla stessa cerimonia nei Giardini vaticani. Ma entrambi si sono scontrati con un muro di gomma, risposte evasive, inverosimili o semplicemente menzogne
Ricordiamo brevemente la vicenda: alla vigilia dell’apertura del Sinodo, nei Giardini Vaticani si è svolto un lungo rito alla presenza del Papa e di alcuni vescovi e cardinali guidato da due sciamane, con i presenti che si prostravano a terra davanti a una serie di oggetti simbolici tra cui la scultura in legno di una donna nuda e incinta di fronte a un’altra donna; e poco più in là la raffigurazione di un soggetto maschile ovviamente nudo inequivocabilmente pronto alla riproduzione. Da qualsiasi tradizione questo rituale venga, è stato senz’altro presentato come amazzonico e non ci sono dubbi sul suo significato pagano: una venerazione alla Madre Terra e a una probabile dea della fertilità, come siamo stati abituati a vederne in tante religioni pagane. Neanche sulla gravità di quanto accaduto dovrebbero esserci dubbi, come ha spiegato da queste colonne padre Riccardo Barile (clicca qui). Ma nei giorni successivi questa messa in scena è continuata nella Basilica di San Pietro e poi nella chiesa di Santa Maria in Transpontina dove è stata celebrata anche una sorta di liturgia sincretista – già proibita da san Giovanni Paolo II – alla presenza di alcuni padri sinodali (clicca qui).
Le immagini di quanto accaduto nei Giardini Vaticani – peraltro diffuse dal portale ufficiale Vatican News - hanno fatto il giro del mondo e hanno creato un notevole sconcerto tra i fedeli. Se poi aggiungiamo che lo “spettacolo” continua ormai su base quotidiana nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, a due passi da piazza San Pietro, una richiesta di chiarimenti è il minimo che si possa fare. Anche perché nel frattempo, come accennato all’inizio e segnalato dal blog di Aldo Maria Valli (clicca qui), un sito dedicato alla magia, all’occultismo e al paganesimo - Antro Magia -, ha salutato con entusiasmo questa apertura della Chiesa ai riti pagani: «Sappiamo che ci sarà sempre chi è contro queste bellissime iniziative purtroppo, ma da parte nostra siamo molto felici di questo evento che sicuramente aprirà le porte verso un futuro più aperto e roseo per noi pagani».
LA DOMANDA
Ecco dunque che al briefing di martedì 15 ottobre la giornalista americana chiede lumi; anche perché – ricorda – pochi giorni prima, sempre durante il briefing, un padre domenicano aveva parlato di diverse possibili interpretazioni della statua di donna nuda incinta, dalla Madre Terra alla Vergine Maria. Quindi si può sapere esattamente cosa rappresenta questa statua e che valore aveva il rito nei Giardini vaticani, che in fondo fanno parte della casa comune dei battezzati cattolici?
Di fronte, a essere chiamati in causa, sono Paolo Ruffini, prefetto della Segreteria per la Comunicazione; Cristiane Murray, che modera quotidianamente i briefing; e il gesuita padre Giacomo Costa che, sempre quotidianamente, ha l’incarico di sintetizzare quanto avvenuto nell’aula sinodale. E qui comincia il teatrino: prima fanno finta di non capire a cosa si riferisca, poi l’onesto Ruffini non riesce a tenere la parte e, promettendo di chiedere «maggiori informazioni», dà un suo parere personale («non da prefetto»), da presente che era nei Giardini vaticani: «Credo che rappresenti la vita e basta, io l’ho vista così, la vita nel momento in cui si fa vita attraverso la donna. Andarci a vedere simboli di paganesimo, credo sia vedere il male dove non c’è».
La trovata di Ruffini, pur pronunciata tra mille indecisioni, appare improvvisamente come la geniale via di uscita da una situazione imbarazzante, e gli altri vanno subito a ruota. «Ma sì – arriva subito padre Costa, mentre la Murray nel frattempo scarica su Repam e Movimento cattolico per il clima la responsabilità di tutto – non c’è niente di sacro, è un’indigena che porta la vita». «Io non l’ho neanche vista», aggiunge padre Costa. Poi inizia lo scherno: «La vergine Maria? Chi l’ha detto? Mai sentito», dicono in duetto con sorrisetto di sufficienza padre Costa e la Murray, per poi chiudere ogni discorso: «È una figura femminile che non ha alcun valore, né pagano né sacro».
Poi c’è l’appendice di ieri: interrogato ancora sul rito nei Giardini vaticani, Paolo Ruffini offre la sua testimonianza personale: «È stato solo un momento di preghiera, una cosa semplice, si è detto un Padre nostro e basta».
LE MENZOGNE
Si può capire l’imbarazzo nel dover spiegare qualcosa di abominevole, ma le risposte raffazzonate dei tre sono una toppa peggiore del buco. Basta osservare questo breve video (clicca qui), girato da una angolatura più ravvicinata rispetto a quello di Vatican News, per sbugiardare Ruffini e compagnia: è un vero e proprio rito pagano per la fertilità, a cui partecipano anche dei religiosi cattolici, officiato da due sciamane che, alla fine, si presentano al Papa – che invero non appare proprio a suo agio – presentandogli la statuetta di legno di cui tanto si discute. Una delle due sciamane, con dei movimenti rituali, infila al Papa un anello nero, che parrebbe essere il “tucum”, fatto con una palma tipica della foresta amazzonica e – grazie ai teologi della liberazione - diventato simbolo dell’identificazione con la causa indigenista. «Chi lo indossa – spiegò una volta il vescovo Pedro Casaldáliga – fa propria la causa degli indigeni, fino alle estreme conseguenze». Altro che semplice gesto di preghiera nel giorno dedicato a San Francesco.
Quanto alla statuetta di legno, i tentativi di spacciarla per qualcosa di cattolico sono stati diversi. Non solo, come ha ricordato Diane Montagna, ne aveva parlato anche un padre sinodale durante un briefing (ma si ascoltano fra di loro?), ma a definirla “Nostra Signora dell’Amazzonia” era stato addirittura Vatican News nella sua versione portoghese, citato poi dall’agenzia Aciprensa. Poco importa che in realtà non esista alcuna “Nostra Signora dell’Amazzonia”, e neanche ci dilunghiamo con altri esempi di tentativi di “battezzare” la statuetta pagana: il tentativo di raggirare i fedeli cattolici è evidente e parte dal Vaticano.
Da ultimo, padre Costa: ha detto che non aveva neanche visto la statuetta in questione: in realtà lui ha addirittura presenziato alla paraliturgia sincretista in Santa Maria in Transpontina, come testimoniato proprio da un nostro articolo, e non era bendato (clicca qui).
Dunque, alla gravità di quanto accaduto nei Giardini vaticani e continua ad accadere nella chiesa di via della Conciliazione, a due passi da San Pietro, si aggiunge questo vergognoso tentativo di nascondere la verità, questo fare finta di non sapere, questo mentire spudoratamente e questo trattare con sufficienza e scherno quanti hanno la ventura di chiedere ragione di quanto sta accadendo.
È un triste spettacolo che si commenta da solo.