Saint Expeditus by Ermes Dovico
FILM E IDEOLOGIA

L’aborto, il filo rosso dei primi tre Alien

I primi tre film della serie Alien costituiscono un unicum il cui tema sottostante è l’aborto. La pellicola del 1979, uscita al culmine della Rivoluzione sessuale, è zeppa di riferimenti espliciti ma subliminali. In essa si uccide il frutto del concepimento; nel secondo Alien, la madre che genera nuovi figli; nel terzo, la femmina (Ripley), che conserva la possibilità di generare.

Cinema e tv 04_08_2021

La serie Alien si compone di ben otto film: Alien (1979), Aliens - Scontro finale (1986), Alien3 (1992), Alien - La clonazione (1997); Alien vs Predator 1 e 2; e due prequel, Prometheus (2012) e Covenant (2017). I primi tre, pur nella loro diversità, costituiscono comunque un unicum tematico. Qual è questo tema? Secondo il mio modesto parere, l’aborto. E ora mi spiego.

Partiamo dal primo, diretto da Ridley Scott. Un’astronave da trasporto carica di minerali sta tornando sulla Terra; l’equipaggio, composto da sette persone e un gatto, viene svegliato dall’ipersonno e incaricato di esplorare un pianeta dal quale provengono dei segnali. Sul pianeta trovano una nave spaziale con un gigantesco essere mummificato e moltissime uova. Improvvisamente, una di queste uova si apre e schizza fuori una creatura (il facehugger) che si avvinghia al volto di un membro dell’equipaggio (Kane). Qualsiasi tentativo di togliere l’alieno dalla faccia di Kane risulta vano ma, nel corso dei vari tentativi, l’equipaggio comincia a rendersi conto delle straordinarie e pericolose caratteristiche di questo essere.

Di punto in bianco il facehugger libera Kane e muore; il membro dell’equipaggio sembra stare bene ma, mentre è a tavola con gli altri, si sente male. Un esserino mostruoso gli squarcia il petto e sguscia via; evidentemente, il facehugger ha fecondato Kane per poi venire alla luce, uccidendolo. L’equipaggio si mette alla ricerca del mostriciattolo che, nel frattempo, è diventato un mostro enorme che uccide gli umani. Si scopre che la missione è portare sulla terra l’alieno, anche a costo di sacrificare l’intero equipaggio; l’unico da sempre a conoscenza di questo progetto è l’ufficiale scientifico Asch, un androide, che viene distrutto. Alla fine, restano in vita soltanto il gatto e il tenente Ripley (Sigourney Weaver), che uccide l’alieno.

Cominciamo con l’osservare che questo film è zeppo di riferimenti sessuali espliciti ma subliminali. Cominciamo con l’essere incontrato all’inizio del film: è seduto su una specie di scooter spaziale con una protuberanza gigantesca che sembra… il pene dell’essere. Alien ha la testa con una forma evidentemente fallica e uccide penetrando le persone con una «protuberanza» che gli esce dalla bocca. Anche il facehugger ha una specie di proboscide che esce da un orificio a forma di vagina (lo si scopre nel secondo film). Torna più volte l’idea dello stupro orale: il facehugger inserisce la proboscide nella bocca degli «incubatori» per inseminarli; e Asch, scoperto da Weaver, tenta di ucciderla inserendole una rivista arrotolata nella bocca (tutt’intorno, fotografie di donne nude). Nella scena finale Weaver fa uno spogliarello illuminata da una luce intermittente, tipo discoteca (e, curiosamente, indossa degli slip di qualche misura più piccoli del dovuto). Ci sono altri riferimenti sessuali, nel film; ma credo che il lettore si sia fatto un’idea.

Il fatto è che Alien esce al culmine della Rivoluzione sessuale e qualche anno dopo Gola profonda, il film pornografico con Linda Lovelace. Diciamo che, con Alien, la Rivoluzione sessuale può permettersi di togliersi la maschera e mostrare il suo vero volto: essere stuprati oralmente non è più così divertente. In questo film vediamo anche le conseguenze della Rivoluzione sessuale. La prima è l’orrore; ma di questo, magari, parleremo un’altra volta. La seconda, terribile conseguenza è l’aborto. E non è forse l’aborto il tema sottotraccia di Alien? Kane non è stato forse fecondato, seppure con uno stupro? Dentro di lui non cresce un mostro che, nascendo, gli distruggerà la vita? Un mostro da uccidere a ogni costo?

In Aliens - Scontro finale (regia di James Cameron) scopriamo che il pianeta nel quale la Nostromo ha incontrato l’alieno è ora abitato da coloni; ma, improvvisamente, non si hanno più notizie di loro. Ripley accetta di tornare là per aiutare i marines coloniali a sterminare la minaccia; scoprono che l’intera base colonica è un enorme nido di alieni e che i coloni sono tenuti in vita come incubatori per i piccoli mostri. I coloni, avvolti in un bozzolo, sono fecondati dai facehugger che, a loro volta, escono dalle uova. «Ma chi depone le uova?» si chiede Ripley. «La regina», è la risposta. Ripley si trova così a dover uccidere la regina per impedire che deponga altre uova.

Il terzo film del quale ci occupiamo è Alien3 (David Fincher). Sulla navicella con la quale Ripley ha lasciato il solito pianeta scoppia un incendio e i sistemi di sicurezza la salvano inviandola sul pianeta 161, una colonia penale di massima sicurezza. Qui si scopre che un uovo era sulla navicella e che il facehugger uscito dall’uomo ha inseminato sia un cane che Ripley (non si capisce né come sia arrivato l’uovo sulla navicella, né come un solo facehugger abbia potuto fecondare due incubatori). Ripley, con l’aiuto dei detenuti, uccide l’alieno uscito dal cane; poi, proprio mentre l’alieno incubato dentro di lei sta per uscire, si getta in una fornace.

Dunque, riassumo: nel primo film si uccide il frutto del concepimento; nel secondo, la madre che genera nuovi figli; nel terzo, la femmina (Ripley), che conserva la possibilità di generare. Non si tratta dunque di un film sull’aborto?