EDUCAZIONE

I grillini all'attacco del "sistema scuola"

Il Movimento 5 Stelle ha fatto prepotentemente irruzione nel panorama politico del nostro Paese, ma il loro programma, con l'eliminazione delle scuole paritarie, affosserebbe definitivamente anche la scuola statale.

Educazione 28_02_2013
Beppe Grillo

Dovremo farci i conti, è un dato di realtà. Il Movimento 5 stelle ha fatto prepotentemente irruzione nel panorama politico del nostro Paese, entrando nella “stanza dei bottoni” di quel medesimo potere che ha ripetutamente criticato e proposto di smantellare.

Non sappiamo ancora in che modo il M5S si muoverà in Parlamento, né come sarà il Governo che sarà varato in una situazione così problematica e instabile, tuttavia una cosa è certa: anche la politica scolastica dovrà fare i conti con uno scenario che forse sarà molto diverso da quello fin qui conosciuto. E se anche su questo tema il M5S vorrà dire la sua, come già ci ha fatto sapere, è possibile che il nostro sistema di istruzione sia destinato ad allontanarsi ancora di più dal modello integrato paritario vigente nella gran parte dei Paesi Europei (Grecia esclusa…) e dei paesi più progrediti del mondo.

Può essere utile, per capire a cosa ci si riferisce, riportare la dichiarazione in cui Beppe Grillo, fresco di una vittoria elettorale che non ha precedenti per dimensioni e caratteristiche, parla di questo tema durante il colloquio in streaming con i conduttori di un programma post-elezioni su "LaCosa", la web tv di M5S.

Qui il leader del movimento ha elencato i temi della prossima attività parlamentare: "Cominceremo a fare quello che abbiamo sempre detto, le nostre stelle: l'acqua pubblica, la scuola pubblica, la sanità pubblica. Se ci seguono ci seguono. se no la battaglia sarà molto dura per loro" (dichiarazione riportata anche sul blog del comico genovese).
Salta agli occhi immediatamente l’aggettivazione di “pubblica”, polemicamente in contrapposizione a “privata”, che accomuna il servizio idrico, l’istruzione e la sanità.

Non è una novità, del resto. E’ esattamente quanto si trova scritto nel programma del Movimento, laddove, tra i 13 punti riguardanti l’istruzione e l’università, si legge: “Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica”. Qualche militante di spicco, preso da fervore egualitarista e giustizialista, ha persino dichiarato che le scuole “private” dovranno restituire i soldi ricevuti indebitamente dallo Stato in questi anni! Si tratta di posizioni in gran parte già note, e infatti navigando nel blog del M5S capita di incrociare commenti di ringraziamento agli “amici di Rifondazione Comunista” che hanno fornito dati e proposte sul tema dell’istruzione.

Quello che però i militanti del M5S non sanno, o non considerano, è che in questo modo il “rilancio della scuola pubblica” che desiderano, anziché realizzarsi si allontanerà sempre di più. Il sistema di istruzione italiano, infatti, non è stato affossato dalla riduzione delle risorse economiche (i dati Miur e MEF attribuiscono all’istruzione risorse superiori ai 50 miliardi/anno) bensì dallo statalismo asfissiante, che ha demotivato alunni, dirigenti e corpo docente, trasformando un luogo originariamente destinato alla formazione/educazione delle nuove generazioni in un gigantesco ammortizzatore sociale gestito dai sindacati.

Si vedano al riguardo le significative tabelle presenti in OECD Education at a glance 2012. La cura proposta dal M5S rischierebbe dunque di essere peggiore della malattia e di uccidere definitivamente l’ammalato, insieme all’organismo sano (benchè fragile) che sono le scuole paritarie. Queste ultime –è bene ricordarlo ancora una volta- rappresentano una importante forma di risparmio per lo Stato (circa 6 miliardi di euro all’anno) e, pur rappresentando il 12% del sistema, ricevono solo lo 0,9% delle risorse complessive destinate all’istruzione. Che beneficio avrebbe la scuola “pubblica” italiana dalla scomparsa del sistema integrato?

Ci auguriamo che, passata la sbornia del successo elettorale, coi rappresentanti del M5S si possa serenamente ragionare sui fatti e sui dati, e non si torni ad alimentare contrapposizioni ideologiche inutili e dannose. Se davvero si vuole far ripartire la scuola italiana occorre – come ci confermano importanti studi nazionali e internazionali, oltre alle migliori esperienze sul campo- andare in direzione di una marcata autonomia gestionale, didattica, organizzativa e finanziaria di tutte le istituzioni scolastiche.

Autonomia delle scuole pubbliche, pluralismo scolastico, libertà di scelta delle famiglie, rilancio della formazione professionale, rivalutazione della professionalità insegnante, sono davvero la soluzione per recuperare le risorse necessarie a far funzionare meglio tutto il sistema e ogni singola realtà scolastica. Di questo desideriamo discutere, e su questo intendiamo collaborare, con chi avrà l’onore e l’onere di governare il nostro Paese. Grillini compresi.