MOTU PROPRIO

Famiglia, attacco all'eredità di Giovanni Paolo II

Un nuovo Motu Proprio - Summa Familiae Cura - dà l'assalto all'Istituto per il Matrimonio e la famiglia creato da san Giovanni Paolo II, che cambia denominazione e status. Un forte segnale di discontinuità che sottolinea la totale diversità di giudizio, rispetto a Giovanni Paolo II, sulla realtà attuale della famiglia e della società e sul compito della Chiesa.
- IL DOCUMENTO IN SINTESI, a cura di Lorenzo Bertocchi

Ecclesia 20_09_2017
Monsignor Paglia

«Con il presente Motu proprio istituisco il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, che, legato alla Pontificia Università Lateranense, succede, sostituendolo, al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia (…) il quale pertanto, viene a cessare». L’articolo 1 del Motu Proprio Summa Familiae Cura, pubblicato ieri, sancisce così un altro atto di rottura con il Magistero di san Giovanni Paolo II che l’Istituto aveva creato nel 1982 con la Costituzione apostolica Magnum Matrimonii Sacramentum. Significativamente il documento porta la data dell’8 settembre, due giorni dopo la morte del cardinale Carlo Caffarra che, su incarico di Giovanni Paolo II, l’Istituto per gli Studi su matrimonio e Famiglia aveva fondato.

Sebbene nel Motu Proprio papa Francesco si ricolleghi alla «lungimirante intuizione di san Giovanni Paolo II», è evidente il segnale di forte discontinuità con il passato, anche se poi – va precisato – quello sancito ieri è ancora un passaggio, visto che la vera battaglia si giocherà ora sugli statuti dell’Istituto Teologico, che decideranno eventuali cambiamenti nella struttura dei corsi, nelle materie insegnate e nei docenti. Fino ad allora la vita dell’istituto dovrebbe continuare con gli stessi docenti e gli stessi corsi svolti finora, secondo quanto afferma il Motu Proprio e secondo quanto assicurato da monsignor Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere dell’Istituto, nell’assemblea in cui ha presentato in anteprima il documento al corpo docente. Nessuno però si fa troppe illusioni, la determinazione a cambiare indirizzo politico costituirà una forma di pressione sugli attuali docenti, in massima parte “figli” di Giovanni Paolo II e del cardinale Caffarra, a cui si cercherà di affiancare qualche altro nuovo docente almeno fino alla battaglia decisiva.

Quanto ai contenuti è evidente che l'esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia è diventata il paradigma di ogni intervento, con la sua accentuazione pastorale e il costante riferimento ai segni dei tempi con non meglio precisate «richieste e appelli dello Spirito» che «risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia». E mentre la Amoris Laetitia è fondamento del nuovo corso, sparisce dall’atto costitutivo del nuovo istituto qualsiasi riferimento all’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae, che era stata invece indicata come risposta adeguata ai tempi attuali da san Giovanni Paolo II.

Del resto la retorica sui tempi che sono cambiati e le sfide nuove che necessitano di «un approccio analitico e diversificato» per cui non è più possibile proporre «pratiche della pastorale e della missione che riflettono forme e modelli del passato», non reggono alla prova della realtà.  Rileggendo la Magnum Matrimonii Sacramentum che aveva creato l’Istituto per Matrimonio e Famiglia – e più in generale ripercorrendo il magistero di Giovanni Paolo II - è evidente che le situazioni di disagio e il disfacimento della famiglia erano ben presenti e dibattute anche 30 anni fa.

Ciò che davvero fa la differenza è il giudizio sul mondo e sul compito della Chiesa. San Giovanni Paolo II aveva una chiara coscienza di un attacco in corso alla famiglia che assume i contorni dello scontro apocalittico. «La grandezza e la sapienza di Dio – diceva nel 1997 – si manifestano nelle Sue opere. Tuttavia, oggi sembra che i nemici di Dio, più che attaccare frontalmente l’Autore del creato, preferiscano colpirLo nelle sue opere. L’uomo è il culmine, il vertice delle Sue opere visibili. (…) Tra le verità oscurate nel cuore dell’uomo (…) sono particolarmente colpite tutte quelle che riguardano la famiglia. Attorno alla famiglia e alla vita si svolge oggi la lotta fondamentale della dignità dell’uomo». In tutto il magistero di Giovanni Paolo II è evidente il riconoscere la centralità della famiglia per il bene dell’uomo, famiglia sottoposta a violenti attacchi dalle «forze delle tenebre» che ne offuscano la verità causando quella devastazione sociale che ben conosciamo.

Di questa centralità della battaglia intorno alla famiglia e all’uomo si perde invece qualsiasi riferimento nella pastorale oggi proposta. Rimane la consapevolezza che «il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa», ma è una affermazione estranea a qualsiasi clima di conflittualità. Non c’è più un “mondo” ostile che vuole la distruzione della famiglia, ma tanti feriti, anche se non si sa bene da chi e perché.

Ben diversa si presenta dunque anche la missione della Chiesa. Per Giovanni Paolo II la creazione dell’Istituto per studi su Matrimonio e famiglia faceva parte di quel dovere fondamentale della Chiesa «di dichiarare a tutti il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia, di cui è tenuta ad assicurare il pieno vigore e la promozione umana e cristiana». Davanti all’attacco del mondo Giovanni Paolo II voleva formare un piccolo corpo speciale che approfondisse in modo scientifico «la verità su matrimonio e famiglia» così che «laici, religiosi e sacerdoti possano ricevere in materia una formazione scientifica sia filosofica-teologica, sia nelle scienze umane, in maniera che il loro ministero pastorale ed ecclesiale venga svolto in modo più adatto ed efficace per il bene del Popolo di Dio».

Oggi tutto diventa più sfumato, si parla di complessità e di «luci e ombre», l’affermazione della verità su matrimonio e famiglia viene considerata “divisiva”, creatrice di muri, per cui si preferisce allargare il discorso. Lo ha detto monsignor Paglia a Vatican Insider: «il Papa allarga la prospettiva» perché «ha ben compreso il compito storico della famiglia, sia nella Chiesa che nella società. E la famiglia non è un ideale astratto, ma una realtà maggioritaria della società, che deve riscoprire la sua vocazione nella storia». Dietro alla cortina fumogena di frasi a effetto, è chiara la questione: la verità su matrimonio e famiglia è un ideale astratto, bisogna mettersi in cammino con tanti altri alla riscoperta di ciò che può andare bene a tutti. È questo pensiero che spiega, ad esempio, come mai le nuove nomine nella Pontificia Accademia per la Vita includano personaggi favorevoli all’aborto o che fanno ricerca sugli embrioni, e spiega anche quale indirizzo si voglia dare al nuovo Istituto teologico per le Scienze su Matrimonio e Famiglia.

Sì, Giovanni Paolo II è stato fatto santo, ma si cerca di distruggere tutte le sue opere.