Zen: «Difensore della verità. Ha fatto tanto per noi cinesi»
«Per me è stato il grande difensore della verità. Come membro della Chiesa cinese, sono immensamente riconoscente a Papa Benedetto per la Lettera del 2007 che è stata un capolavoro di equilibrio tra la lucidità della dottrina ecclesiologica cattolica e l’umile comprensione rispetto all’autorità civile». Così il ricordo di Papa Ratzinger del cardinale Zen.
Papa Benedetto XVI ha terminato finalmente il suo umile servizio di “operaio nella vigna del Signore”. È stato un servizio multiforme: chi sottolinearà che è stato un grande teologo, chi continuerà a chiamarlo il rottweiler di Dio, per me è stato il grande difensore della verità. È vero che la sua prima enciclia è stata “Deus caritas est”, ma più tardi questa fu seguita dalla “Caritas in veritate”. Ha difeso la verità contro la dittatura del relativismo. Non ha avuto paura di sembrare retrogrado davanti a tanti che esaltano un pluralismo ad oltranza, un inclusivismo indiscriminato. Ha detto che l’amore senza un fondamento nella verità diventa un guscio che può contenere qualsiasi cosa.
Qualcuno ha detto che Papa Benedetto, dopo le sue dimissioni, avrebbe dovuto stare zitto e non creare confusione nella Chiesa. A me sembra proprio il contrario: proprio perché c’è confusione nella Chiesa, un Papa emerito, come ogni vescovo e cardinale finché hanno respiro e sono nella lucidità di mente, deve compiere il suo dovere di Successore degli Apostoli per difendere la sana tradizione della Chiesa. Da quando la parola “conservativo” significa un peccato? Purtroppo la fedeltà alla Tradizione può essere presa come “rigidità” o “indietrismo”. In momenti cruciali, anche Papa Francesco ha accettato questo contributo del suo predecessore, come quando difese il celibato sacerdotale della Chiesa romana nella controversia sulla proposta di ordinare “viri probati”.
Come membro della Chiesa cinese, sono immensamente riconoscente a Papa Benedetto per cose che egli non ha fatto per altre Chiese. Anzitutto, una Lettera (29 Giugno 2007) che è stata un capolavoro di equilibrio tra la lucidità della dottrina ecclesiologica cattolica e l’umile comprensione rispetto all’autorità civile. Ecclesiologia cattolica che non è sua personale, ma da lui esposta con insuperabile chiarezza e concretezza. Una lettera purtroppo abbastanza sciupata: errori (più probabilmente anche manipolazioni) nella traduzione cinese e citazioni tendenziose contro il senso ovvio della Lettera.
Altra cosa straordinaria che ha fatto per la Chiesa in Cina è la costituzione di una possente Commissione per curare gli affari della Chiesa in Cina; purtroppo sotto il nuovo Presidente di detta Commissione essa è stata fatta scomparire alla chetichella senza neanche una parola di rispettoso congedo.
Papa Benedetto è stato sovente mal capito ed altre volte non seguito; ma è proprio in questi casi, che sembrano di fallimento, che ho potuto ammirare la grande fortezza d’animo e magnanimità della persona in faccia alle contrarietà (ho visto il Cardinale Meissner piangere durante quei giorni quando proprio l’episcopato tedesco criticava severamente il Papa tedesco). Nell’Angelus del 26 Dicembre 2006, Papa Benedetto esortava i fedeli in Cina a perseverare nella fede, anche se nel momento presente tutto sembra essere un fallimento.
Nonostante il suo grande sforzo, Papa Benedetto non era riuscito a migliorare la situazione della Chiesa in Cina. Non poteva accettare un compromesso qualunque. Sono ancora convinto che ogni sforzo per migliorare la situazione della Chiesa in Cina dovrà essere fatto nella linea della Lettera del 2007. (Ho notato che anche il grande esecutore dell’Ostpolitik della Chiesa, il Cardinale Casaroli, non ha creduto di poter sempre riuscire con la diplomazia).
Mentre ricordiamo il grande Pontefice, ricordiamoci che adesso lo abbiamo potente intercessore in Cielo. Con la sua intercessione, preghiamo perché tutti, Chiesa a Roma, Chiesa in Cina e le autorità cinesi vengano mossi dalla grazia di Dio per realizzare la vera pace per la Chiesa e per la nostra patria.