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BENEDIZIONI

Surreale comunicato su Fiducia supplicans, Tucho è una sciagura

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Contraddizioni, frasi illogiche e riti a cronometro: sulle benedizioni per le coppie irregolari un nuovo incredibile documento firmato dal cardinale Fernandez. Che, per il bene della Chiesa, andrebbe allontanato.
- Un gioco di parole non trasforma un errore in magisterodi Tommaso Scandroglio

Editoriali 05_01_2024 English
Il cardinale Fernandez

No, non siamo su Scherzi a parte; e nemmeno siamo di fronte all’operazione di un hacker burlone. Il Comunicato stampa di ieri porta la firma del cardinale Victor M. Fernández e di mons. Armando Matteo (rispettivamente prefetto e segretario del Dicastero per la Dottrina della Fede); stavolta senza nessuna ex audientia da parte del Papa. Un comunicato che avrebbe l’ipotetico obiettivo di «aiutare a chiarire la ricezione di Fiducia supplicans» e che invece ha la certa conseguenza di confondere ancora di più i fedeli, umiliare ancora più profondamente la Chiesa cattolica e ridicolizzare all’estremo il Dicastero per la Dottrina della Fede.

Prima di leggerlo bisogna sedersi, fare respiri profondi ed avere a portata di mano del carbonato d’ammonio, in caso di eventuali mancamenti. Di fronte alla sollevazione di numerose conferenze episcopali delle periferie della Chiesa, alle quali risulterebbe ridicolo rivolgere la comoda accusa di non essere pastorali, Tucho prova a fare marcia indietro, cercando però nel contempo di non scontentare quei vescovi, chiaramente concentrati nell’area germanofona, a loro volta tutt’altro che disponibili ad obbedire ad un “contrordine, compagni”!

Tucho assomiglia a quei neopatentati (a volte anche non proprio “neo”) che vogliono parcheggiare una macchina troppo lunga in uno spazio troppo piccolo, e che, impegnati in continue manovre, alla fine riescono a urtare sia davanti che dietro!

Ed infatti, di fronte ai vescovi africani, che non vogliono sentir parlare di unioni di coppie irregolari o omosessuali, e di fronte ai tedeschi, che invece vogliono benedire proprio le coppie, Fernández riesce a scrivere nero su bianco un capolavoro di contraddizione. Nella sezione 2 (Ricezione pratica), scrive (grassetti nostri): «La Dichiarazione contiene la proposta di brevi e semplici benedizioni pastorali (non liturgiche né ritualizzate) di coppie irregolari (non delle unioni)». Nella sezione 4 (La vera novità del documento) afferma esattamente il contrario: «La vera novità di questa Dichiarazione, quella che richiede un generoso sforzo di ricezione e da cui nessuno dovrebbe dichiararsi escluso, non è la possibilità di benedire coppie irregolari». Dunque, la proposta è di benedire le coppie irregolari, ma la novità del documento non è di benedire le coppie irregolari. Chiaro no?

Proposte di spiegazione per questo delirio? Ipotesi 1: Fernández soffre di qualche conflittualità con la logica; ipotesi 2: i due paragrafi sono stati scritti da autori diversi, che avevano capito la “chiarissima” Dichiarazione ciascuno a modo suo (ed ovviamente non c’è stata una revisione finale); ipotesi 3: la prima affermazione era scritta nel documento destinata ai vescovi tedeschi, la seconda in quella ai vescovi africani, ma alla fine qualche sottosegretario ha messo tutto insieme. Altre idee?

Ad ogni modo, adesso ci troviamo nella situazione paradossale per cui, non solo il Dicastero ha contraddetto se stesso in due documenti diversi (Responsum del 2021 e Dichiarazione FS), ma addirittura nello stesso documento. E siccome al peggio non c’è fine, attendiamo una prossima “Nota di chiarificazione del Comunicato di chiarificazione della Dichiarazione FS”, nella quale la contraddizione si evidenzi anche nello stesso paragrafo.

Il secondo aspetto tragicomico di questo esilarante Comunicato sta nel tentativo di Tucho di «distinguere tra due forme differenti di benedizioni: “liturgiche o ritualizzate” e “spontanee o pastorali”». Attenzione alla “spiegazione”: «Poiché alcuni hanno manifestato la domanda sul come potrebbero essere queste benedizioni vediamo un esempio concreto: immaginiamo che in mezzo ad un grande pellegrinaggio una coppia di divorziati in una nuova unione dicano al sacerdote: “Per favore ci dia una benedizione, non riusciamo a trovare lavoro, lui è molto malato, non abbiamo una casa, la vita sta diventando molto pesante: che Dio ci aiuti!”». Prima di arrivare alla “soluzione”, ricordiamo al lettore che non si tratta né di un’intervista a braccio di Tucho, né di una lettera per spiegare le “benedizioni pastorali” ai bimbi della materna, ma di un documento ufficiale di un Dicastero della Curia romana.

Dunque, «in questo caso, il sacerdote può recitare una semplice orazione come questa: «Signore, guarda a questi tuoi figli, concedi loro salute, lavoro, pace e reciproco aiuto. Liberali da tutto ciò che contraddice il tuo Vangelo e concedi loro di vivere secondo la tua volontà. Amen». E conclude con il segno della croce su ciascuno dei due. Si tratta di 10 o 15 secondi». Già, a secondo della lingua utilizzata. Chiaro, no? La benedizione pastorale è una quick blessing, una benedizione in versione Speedy Gonzales: 10-15 secondi non di più.

Pertanto, secondo il Dicastero, la differenza tra le due benedizioni starebbe nel fatto che «si tratta di benedizioni di pochi secondi, senza Rituale e senza Benedizionale». Ma il tempo impiegato, come anche l’ “apparato scenico” che non deve far pensare ad un matrimonio o il luogo in cui si impartiscono queste benedizioni, non riguardano l’essenza, il che cos’è una benedizione, ma elementi accidentali. E dunque, la benedizione pastorale, essendo benedizione, è un sacramentale a tutti gli effetti, né più né meno che quella rituale o liturgica. Ed è precisamente per questa ragione che non è possibile benedire una coppia irregolare o omosessuale; e dunque FS cade in aperta contraddizione con il Responsum e con la logica di un sacramentale.

Inoltre, la presunta distinzione tra unione e coppia è semplicemente speciosa. Mai, infatti, nel testo si utilizza come sinonimo di coppia il termine paio (discorso analogo per le altre traduzioni: couple e non pair, couple e non paire), che permetterebbe di pensare al semplice fatto che siano due persone a presentarsi, non necessariamente unite da vincoli sessuali. Va da sé che, nel caso di due persone omosessuali, non è nemmeno possibile parlare di “coppia”, in quanto la coppia richiede complementarietà sessuale.

Ma, come se non bastasse, Tucho riesce a confondere ancora più le idee e a dimostrare al mondo intero che la Dichiarazione è un guazzabuglio di contraddizioni. Subito dopo l’orazione esemplificativa del Comunicato stampa, troviamo scritto: «E conclude [il ministro] con il segno della croce su ciascuno dei due» (corsivo nostro). Ricapitolando: secondo il Comunicato, FS propone la benedizione pastorale delle coppie irregolari; subito dopo però afferma che non si tratta di benedire le coppie irregolari; e alla fine chiede di benedire ciascuno dei due. Dunque ciascuno singolarmente. Ma che bisogno c’era di fare un documento per dire che il sacerdote può benedire singole persone, anche se si presentano in due, in tre o in cento?

Viene allora da domandarsi con quale coraggio Tucho, di fronte alle reazioni a questo documento, ammetta «diverse modalità di applicazione, ma non una negazione totale o definitiva di questo cammino che viene proposto ai sacerdoti»; con quale pretesa richieda «il dovuto rispetto per un testo firmato e approvato dallo stesso Sommo Pontefice, cercando in qualche modo di accogliere la riflessione in esso contenuta». Il primo a mancare di rispetto ad un documento che porta la firma del Papa è lui stesso, mostrando una totale incapacità di semplice coerenza logica ed una ancora più marcata incompetenza teologica.

Quale assenso può esigere dal fedele se nemmeno si capisce a cosa si deve assentire? Coppie sì, coppie no, coppie, ma uno alla volta: Fernández sta umiliando la Chiesa, davanti agli occhi del mondo intero e giustizia e rispetto vorrebbero che egli venisse allontanato dall’incarico di Prefetto del DDF. Al più presto.

 



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