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La speranza viene da Erfurt, e dal suo vescovo

Mons. Joachim Wanke è pastore di grande esperienza e indubbia fedeltà a Pietro, "premiato" dal Pontefice che con grande attenzione visita la sua "strategica" diocesi.

Attualità 22_09_2011
Mons. Joachim Wanke, verscovo di Erfurt

 

Tra le tappe del viaggio che Papa Benedetto XVI inizia oggi nella sua Germania ci sono quelle in Turingia, territorio già appartenuto al regime comunista della DDR. A Erfurt, la capitale dove il professor Joseph Ratzinger negli anni Sessanta andava a tenere lezioni in seminario, il pontefice incontrerà i rappresentanti della Chiesa evangelica presso l’ex convento degli agostiniani dove studiò Martin Lutero e parteciperà a una celebrazione ecumenica durante la quale verrà letto un salmo della Bibbia nella traduzione del padre della Riforma protestante. Nel pomeriggio ci sarà poi la visita e la recita dei vespri al santuario di Santa Maria di Etzelsbach, un luogo dove è particolarmente viva la memoria delle persecuzioni comuniste contro i cristiani.

Se la Turingia viene indicata come il "cuore" della Germania non è solo per la posizione geografica di quello che è uno dei più piccoli tra i Länder. Affidati alla protezione di santa Elisabetta di Turingia, i cattolici di questa regione, sebbene siano appena l’8% della popolazione, hanno saputo conservare solida la propria fede e la propria appartenenza alla Chiesa di Roma più che in altre regioni, nonostante i lunghi decenni del Novecento che li hanno visti sottoposti senza soluzione di continuità prima al regime nazista e poi a quello comunista.

Dunque non è un caso che a guida della diocesi di Erfurt ci sia da trent’anni (dal 1981 al 1994 come amministratore apostolico, poi come vescovo) una personalità come Joachim Wanke [nella foto].
Classe 1941, slesiano di Breslau (oggi Wroclaw, in Polonia), Wanke ha vissuto e si è formato interamente nel contesto comunista tedesco orientale: «gli uomini non nascono atei» è stato in qualche modo il suo motto durante gli anni della DDR. Non meno importante è stata la sua esperienza nella terra che ha visto nascere e crescere la Riforma (non è un caso che l’incontro ecumenico alla presenza di Benedetto XVI sia previsto proprio a Erfurt).

Per capire lo spessore umano e il carisma di pastore di mons. Wanke è sufficiente leggere l’omelia da lui pronunciata il 26 agosto scorso. In cinque punti il vescovo di Erfurt ha spiegato i motivi della gioia che lo ha accompagnato nell’attesa della visita di Benedetto XVI nella sua diocesi. «Pietro», ha detto, «è anzitutto un testimone della fede e i suoi discorsi, il suo pregare insieme a noi a Etzelsbach e a Erfurt ci aiuteranno a rendere più profonda la nostra fede». «L’attesa più grande che dobbiamo avere per la visita del Santo Padrev, ha aggiunto, vè che essa rafforzi in noi il legame con Cristo, lo approfondisca e lo faccia fruttificare».

Quella di Erfurt è una hiesa che ha vissuto e vive la diaspora e i cattolici sono oggi in minoranza. Dunque di fronte alla tentazione dell’isolamento Wanke ha ricordato che «il Papa, attraverso la sua persona, porterà nella nostra diocesi la Chiesa universale, perché lì dove la Chiesa vive essa è testimone del Vangelo di Gesù Cristo». L’essere coscienti di questo «allarga i nostri orizzonti e ci fa riconoscere quale sia il nostro compito». Wanke ha piena coscienza che «la fede in Dio non è più qualcosa di naturale o scontato e l’appartenenza alla chiesa, per resistere, esige più che in passato decisione e forza». Ma «qual è il centro della nostra fede? E che cosa ci aiuta a stare solidamente attaccati a quel centro? Sono sicuro che il papa ci aiuterà a formulare una nuova proposta rivolta ai nostri conterranei a partire dall’eredità cristiana».

Un quarto motivo di gioia per il vescovo di Erfurt è la decisione del pontefice di visitare uno dei Länder ex DDR. Con la sua presenza l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale verrà attirata su «ciò che accaduto qui nel 1989: una rivoluzione pacifica che ha portato la libertà a noi orientali e a tutti i tedeschi la riunificazione, dunque la nostra generazione ha ricevuto grandi doni». Ma Wanke è altrettanto certo che Benedetto XVI formulerà l’invito a «dare forma alla libertà conquistata», con responsabilità, tenendo cioè conto dell’esperienza passata, la quale ha dimostrato che «se si dimentica Dio o lo si esclude coscientemente dalla vita non esiste futuro».

Un ultimo elemento di particolare soddisfazione è il fatto che il Papa visiti Erfurt «per incontrare la Chiesa evangelica in una delle città di Lutero». Wanke è stato dal 1995 al 2001 a capo di un gruppo di lavoro tra le chiese cristiane di Germania e quello dell’ecumenismo è un tema a lui particolarmente caro. «Le comuni difficoltà vissute con il passato regime politico hanno rafforzato la nostra vicinanza spirituale. Il parroco evangelico Paul Schneider e il sacerdote cattolico Otto Neururer sono morti per Cristo nello stesso campo di concentramento, a Buchenwald. Sono convinto che papa Benedetto darà un energico impulso all’unità della Chiesa. Già il luogo scelto per l’incontro con i rappresentanti della Chiesa evangelica è un segno. Ancor più importante è il fatto che il Santo Padre, oltre a parlare, pregherà insieme a loro».