OPERAZIONE LOGGIA

Massoni nella chiesa di Dante. E i frati incassano

Concerto in San Francesco a Ravenna, dove è sepolto Dante. Ma l'organizzatore è la Giurisdizione Massonica Italiana. Il padre francescano: «Guardiamo al prodotto e il prodotto era Dante. E poi faranno un'offerta di 400 euro». Ormai l'Operazione loggia in chiesa è più che naturale: «La diocesi? Per queste cose ordinarie facciamo da soli». 

Ecclesia 13_10_2021

La Basilica di San Francesco a Ravenna è stata teatro sabato scorso di un avvenimento di cui rendere conto: un concerto. Niente di eclatante, la notizia non sta in questo, dato che ormai tra rassegne ed esibizioni, utilizzare una chiesa come sala da musica è quanto di più sdoganato e abusato. La particolarità non sta neanche nelle musiche che sono state fatte risuonare per il tempio ravennate: Bach, concerto per organo e oboe. E nemmeno nella ragione del concerto: un evento musicale in onore di Dante Alighieri. Si dà il caso, infatti, che la chiesa sia il luogo di culto dove è sepolto il Divin poeta e si dà il caso che ricorra quest’anno il 700º anniversario della morte del padre della Commedia. E neanche il titolo della serata desterebbe sospetti se non fosse per una minuscola sospetta: In cammino verso la luce. Il problema, semmai, è dato proprio dalla luce. Quale sarebbe la "luce" verso cui si è in cammino?

La risposta è nella locandina dell’evento: ad organizzare la serata è stata infatti la Giurisdizione Massonica Italiana di rito scozzese antico ed accettato. Dunque, la luce altri non è che la meta di un cammino che non è il classico itinerarium mentis (o Dantis) in Deum, ma un cammino iniziatico come è proprio delle realtà delle logge.

La Massoneria – dunque - celebra Dante e lo fa nella chiesa dove è sepolto. Forse ci si è spinti troppo a chiamare i “grembiulini” “Cari fratelli Massoni” (cit. cardinal Ravasi) e forse sono passate sotto silenzio le strane e ambigue Operazioni loggia che si sono succedute in questi anni attraverso le quali instaurare un cammino di conoscenza reciproca e bla bla bla anche con chi, e i massoni sono tra questi, vanta più capi di scomunica del comunismo.

Fatto sta che la chiesa è stata concessa senza colpo ferire, anzi, con una naturalezza che non può non far riflettere. E in questo sta la seconda notizia: che i massoni entrino in chiesa e la occupino per una serata, lasciando un’offerta. 

Quanto, a proposito? Chiediamo ai Francescani: «Mah… devo ancora darci i soldi, ma saranno 3-400 euro circa» spiega alla Bussola sorpreso padre Ivo Laurentini, superiore dei Minori Francescani che hanno in custodia la chiesa così strettamente connessa all’Alighieri che San Francesco spesso deve condividerne la titolarità dato che tutti i ravennati la chiamano “la chiesa di Dante”.

Neanche 500 euro! Per noleggiare una sala conferenze qualunque di grandi dimensioni in un hotel almeno si arriva a cifra tonda, mille euro e passa la paura. Ma i francescani, si sa, amano la povertà e quando si tratta di accogliere non sono secondi a nessuno. 

La seconda notizia è che la cosa non ha destato il benché minimo contrappunto dei cattolici ravennati, salvo quelli che hanno segnalato la notizia alla Bussola. Ma è anche vero che la cosa non è stata molto pubblicizzata sui giornali, è rimasta piuttosto sottotraccia, ma di che stupirsi? Vuolsi così colà tutte le volte che si ha a che fare con una società segreta 

Dal canto suo, invece, il padre Laurentini è stato per nulla malizioso, candido come l'amore di Dante per Beatrice: «È venuto un signore di un’associazione a chiedere la chiesa e gliel’abbiamo data». Ma come? Non si tratta di una semplice associazione, ma della Massoneria. E come la mettiamo con le logge da sempre nemiche alla Chiesa? Con le proibizioni canoniche a prestare gli spazi della Chiesa a chi non fa mistero di combattere la fede? «Ma noi non guardiamo a queste cose, noi guardiamo il prodotto e il prodotto era Dante, è stato un bel concerto, oboe e organo, di Bach, sa?”.

Non discutiamo, ma forse a destare qualche sospetto doveva essere il nome dei richiedenti. E la diocesi che cosa dice? «L’arcidiocesi di Ravenna è solo proprietaria della chiesa, noi siamo qui dal ’47, da quando il tempio è tornato in mano alla Chiesa dopo essere stato dato allo Stato nel periodo napoleonico». Dunque, essendo proprietaria dei muri, la diocesi non doveva dare il via libera? «Mah, vede, per queste cose diciamo più ordinarie, gestiamo noi».

Eh sì, effettivamente: aprire le porte di un tempio di Dio ai massoni è diventato ormai un fatto ordinario, un banale contratto di servizio per una Chiesa da fine impero, ormai. Mica ha chiesto la chiesa Forza Nuova, e poi vuoi mettere? 400 euro di offerta quando ti ricapita? Sono affari da non lasciarsi sfuggire. Anzi, sono saldi di fine stagione. «E poi, un attore ha declamato gli ultmi canti di ogni cantica». Sai che originalità. Vuoi mettere declamare il 19esimo dell'Inferno? Quello, per intenderci, in cui Dante caccia tutti i simoniaci, papi compresi, quelli “che le cose di Dio, che di bontate/ deon essere spose, e voi rapaci/ per oro e per argento avolterate” e per aver insaccato soldi, ora vengono insaccati a testa in giù?