St. John the Evangelist by Ermes Dovico
IL CASO

Cliniche per bambini trans e Massoneria, uno strano intreccio

Storia e scopi del Tavistock Centre, la clinica per la riassegnazione del genere al centro di un caso per le dimissioni di cinque medici, sono raccontati nel libro Massoni, dell'ex Gran maestro Gioele Magaldi: una scienza al servizio dei progetti di cambiamento sociale.

Attualità 26_04_2019

Solo nell’ultimo anno più di 2500 bambini inglesi sono stati indirizzati al centro che si occupa di riassegnazione del genere. Qualche giorno fa’ il Times di Londra, portabandiera del pensiero liberal, ha dedicato all’argomento 2 pagine intere. L’attualità di cui si dava conto era quella delle dimissioni di 5 medici il cui compito era decidere quali bambini avviare al trattamento di interruzione della pubertà. Perché i dottori si sono dimessi? Per le forti pressioni subite per indirizzare verso il cambiamento di sesso bambini i cui disagi psicologici non erano stati sufficientemente accertati né studiati.

La Bussola si è già occupata del caso (clicca qui e qui), io mi limito a qualche considerazione sul centro in cui simili esperimenti su bambini vengono condotti: The Tavistock Centre. Un centro istituito in nome della scienza che si prefigge di conseguire fini puramente scientifici. Conviene intendersi sul significato delle parole: in nome della scienza, durante la seconda guerra mondiale i giapponesi hanno realizzato in Manciuria esperimenti su larga scala che misuravano con precisione quanto tempo impiegassero a morire persone sottoposte a diversi tipi di tortura.

Tavistock Centre dunque. Se posso usare questa parola, ero amica di Ettore Bernabei, una delle personalità che più hanno contribuito ai successi della cattolica Italia postbellica. Chiacchierando con lui a casa sua una sera, mi ha mostrato un libro sottolineato con cura che io, per motivi vari, avevo deciso di non comprare: Massoni, del gran maestro del Grande oriente democratico Gioele Magaldi. Lettura interessante. Certo, per i profani di cui faccio parte, lettura di cui spesso riesce difficile decodificare i messaggi sottintesi. Eppure un’informazione mi sembra chiara, interessante, e difficilmente sospettabile di faziosità: la narrazione della vicenda del Tavistock Centre. Per raccontarla ricorro a Magaldi come unica fonte di informazione. Il gran maestro mi perdonerà.

L’istituto Tavistock nasce a Londa nel 1920 come clinica psichiatrica. Nel 1921 vi “furono condotte ricerche sulle psicosi traumatiche da bombardamento nei reduci della Prima guerra mondiale. Si trattava di identificare con criteri scientifici la ‘soglia di rottura’ della resistenza di un essere umano sottoposto a sollecitazioni limite”. Nel 1932 si aggiunge al gruppo di scienziati un “fuoriuscito tedesco”, “specialista in ‘dinamiche di gruppo’, ovvero tecniche di manipolazione del singolo inserito in un gruppo tese a fargli acquisire una sua nuova personalità e nuovi valori”.

Nel secondo dopoguerra l’istituto si ripropone un “progetto ambizioso: applicare nientemeno che al corpo sociale i risultati di quegli studi sul ‘punto di rottura’ messi a punto nel corso delle due guerre mondiali, per distruggere ogni resistenza psicologica nell’individuo e metterlo alla mercé del Nuovo ordine mondiale”; “Negli anni Sessanta fu lo stesso Tavistock, in collaborazione coi servizi segreti inglesi, a pilotare l’esperimento della diffusione e dell’impiego di droga” funzionali a “esperimenti di ‘ingegneria sociale’ mediati dalla droga”.

A giudizio di Magaldi obiettivo primario del Tavistock di oggi “in ultima analisi, è la ricerca delle modalità per provocare ‘mutamenti dei paradigmi culturali’ nelle società umane attraverso l’instaurazione di ‘ambienti sociali perturbati’ o la manipolazione delle ‘dinamiche occulte di gruppo’. A titolo di saggio, nel 1989 venne tenuto presso l’istituto Tavistock un ciclo di conferenze sul tema: ‘Il ruolo delle organizzazioni non governative nell’indebolire gli stati nazionali’”. Ancora: “La rete del controllo della mente del singolo e dei comportamenti collettivi miranti a creare, col supporto delle grandi fondazioni, il pensiero unico fondante una nuova scala di valori ‘politically correct’, in pochi decenni si è irradiata – come ognun vede - in tutto l’Occidente”.

Mi sembra che questa lettura chiarisca in quale “scientifico” contesto vadano inseriti gli esperimenti sui bambini inglesi.