ATTENTATI

Bruxelles alle prese con il jihad cresciuto in casa

Gli attentati a Bruxelles ci costringono a interrogarci sullo jihadismo cresciuto in casa. Due punti di vista differenti: per Martino Pillitteri, corrispondente del sito Vita International a Bruxelles, lo jihadismo è una scelta di vita ideologica e la colpa è attribuibile a chi ha lasciato crescere il fenomeno, per motivi di opportunità politica. Per Valentina Colombo, la ghettizzazione e l'alienazione sociale sono invece cause importanti del jihad in Europa.

World 23_03_2016
Bruxelles, omaggio alle vittime

Un colpo al cuore dell'Europa. Gli attentati a Bruxelles, all'aeroporto internazionale e in una fermata della metrò a due passi dalle istituzioni europee, avvengono a pochi giorni dall'arresto di Salah Abdeslam, quando la città era già in stato di massima allerta. Il giorno dopo ci si chiede come tutto questo sia potuto accadere. Soprattutto: come abbia fatto a nascere e crescere un fenomeno jihadista interno, in particolar modo nel quartiere di Molenbeek. Viaggio nel cuore della città che ha reagito con compostezza e dignità alla tragedia, ma che si è rivelata assolutamente vulnerabile al terrorismo. Due punti di vista differenti: per Martino Pillitteri, corrispondente del sito Vita International a Bruxelles, lo jihadismo è una scelta personale, ideologica, avulsa dal contesto sociale. E semmai, la colpa è da attribuire a chi ha scelto di non affrontare da subito la nascita e crescita del fenomeno. Per Valentina Colombo, invece, la ghettizzazione e l'alienazione sociale sono invece cause primarie del jihad in Europa.

PILLITTERI: "CHI DOVEVA PREVENIRE HA SCELTO DI NON VEDERE" di Stefano Magni

Martino Pillitteri, corrispondente del settimanale Vita da Bruxelles, spiega a La Nuova Bussola Quotidiana come la città ha vissuto il suo giorno nero degli attentati. E come la minaccia islamista si sia formata nel corso dei decenni, ignorata dalle autorità nel nome di un fallimentare progetto di integrazione a Molenbeek.

I FATTORI SCATENANTI DEL JIHAD IN BELGIO di Valentina Colombo

Che cosa spinge un giovane nato e cresciuto in Belgio a diventare un jihadista? La domanda diventa urgente dopo gli attentati all'aeroporto e alla metropolitana nella capitale d'Europa. I fattori scatenanti sono un'overdose religiosa, ma anche disagio, disoccupazione, ghettizzazione e schizofrenia identitaria.