St. John the Evangelist by Ermes Dovico
FRANCIA, EUTANASIA E GRANDE ORIENTE

Vincent, una ghigliottina preparata dalla Massoneria

La ghigliottina preparata tra tre giorni per Vincent Lambert è figlia della lunga cavalcata francese a favore dell'eutanasia, fatta di casi ad hoc, giudici compiacenti, leggi ambigue e pressioni su tutti i partiti. Da ultimo quello del presidente Macron. Su tutte queste iniziative c'è sempre lo zampino conclamato della Massoneria del Grande Oriente. Un libro ricostruisce le tappe e fa nomi e cognomi dei grembiulini che si sono infiltrati per favorire un sentimento eutanasico diffuso che va oltre la politica. 

Life and Bioethics 17_05_2019

I coniugi Lambert hanno presentato mercoledì al Tribunale amministrativo un ricorso d’urgenza per sospendere la decisione di interrompere alimentazione e idratazione del figlio Vincent, programmata a partire dal prossimo 20 maggio. Il Tribunale ha respinto il ricorso e ha motivato che il Comitato ONU per i disabili, che aveva fatto la stessa richiesta allo Stato francese, “non è un’istituzione nazionale” e quindi “non costituisce un’autorità giudiziaria”. Dunque, firmare protocolli internazionali vincola meno di un messaggio di buon compleanno.

È un muro di gomma, ormai, quello contro cui si scontrano i genitori di Vincent ed i loro avvocati. E continuerà ad esserlo, perché la Francia deve correre ed arrivare a spedirne al Creatore quanti più possibile, approvando al più presto una legge che sdoganerà completamente l’eutanasia. Ed in questo processo c’è la longa manus della Massoneria francese. È quanto emerge dal libro dell’ex-massone Serge Abad-Gallardo, Fin de vie. Le manoeuvres maçonniques pour le “droit à mourir”, al quale si rimanda per i riferimeti presenti in questo articolo.

LO ZAMPINO DEL GRANDE ORIENTE
Era il 1976 quando Henri Caillavet, membro del Grand Orient de France, presentò al Parlamento francese la prima proposta di legge sull'eutanasia. La proposta venne allora respinta, ma era già presente l'impostazione che il dibattito avrebbe poi assunto: “La presente proposta di legge […] non ha altro scopo che restituire alla morte la sua dignità, permettendo a ciascuno, se lo desidera, di concludere la propria vita a casa sua, tra i suoi, senza inutili sofferenze”. L'eutanasia era già dipinta come una morte felice, degna, liberamente assunta, a differenza di tante morti segnate dalla sofferenza, dalla solitudine. L'idea che possano esistere una morte degna ed una indegna iniziava a mettere radici: era il momento della semina. Per il resto occorreva favorire la maturazione della sensibilità comune e soprattutto attendere un caso eclatante, capace di far fare un salto quantico alla società. Come dichiarato alla radio della Gran Loggia di Francia nel 2000 da Pierre Simon, allora Gran Maestro, “sono i fratelli della Gran Loggia di Francia che sono all'origine delle trasformazioni legislative […] ed il problema più recente che viene proposto al popolo francese è l'eutanasia”. Chiaro, no?

L'ALTRO VINCENT
Il caso perfetto si presentò proprio nel 2000, adeguatamente cavalcato e mediatizzato. Vincent Humbert, un ragazzo di 19 anni, il 24 settembre del 2000 ebbe un terribile incidente; dopo sei mesi di coma, rimase tetraplegico, cieco, senza parola, ma perfettamente lucido. Nel 2003 la madre di Vincent fece sapere al mondo intero che avrebbe aiutato il figlio a morire; il 21 settembre fece questa dichiarazione alla trasmissione Sept à Huit, e tre giorni dopo, il 24 settembre, la donna fece un'iniezione di Pentobarbital al figlio, che però finì “solo” in coma. In questi giorni nessuna autorità giudiziaria pensò che fosse il caso di interdire l’accesso della madre al figlio; strano davvero. Vincent venne perciò trasferito nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Rouen, dove fu preso in carico dal dottor Frédéric Chaussoy.  Nel frattempo, il 25 settembre (notate la tempistica) veniva pubblicato un libro scritto da Frédéric Veille dal titolo Je vous demande le droit de murie, che presentava al mondo i “desideri” del giovane Vincent. Il 26 settembre il dottor Chaussoy decise di interrompere ogni misura di rianimazione, provocando nel paziente dei sussulti di respiro agonico; anziché fornirgli della ventilazione, preferì iniettare del cloruro di potassio. L'eutanasia era (e a parole lo sarebbe ancora) proibita in Francia, eppure nel febbraio 2006 il giudice Anne Morvant rilasciava un'ordinanza di non-luogo a procedere sia per la signora Marie Humbert che per il dottor Chaussoy. 

LA LEGGE CAVALLO DI TROIA
Questo fu il contesto nel quale nacque la legge Lionetti del 2005, come dichiarato dallo stesso senatore: “Questo testo è scaturito dai lavori di una missione conoscitiva, creata il 1 ottobre 2003 […], dopo la morte di Vincent Humbert”. La legge del 2005 introduceva il rifiuto di accanimento terapeutico, autorizzando in queste situazioni l'interruzione dei trattamenti. Ma, visto il clima di gestazione della legge, è nato fin da subito il sospetto che la lotta all'accanimento terapeutico potesse facilmente essere utilizzata in senso eutanasico; inoltre, nella legge non si specificava che alimentazione ed idratazione non costituiscono un trattamento: questo silenzio poteva essere molto pericoloso. E così fu. E' un fatto che la prima condanna a morte di Vincent Lambert da parte del Consiglio di Stato francese, la cui decisione prevedeva appunto l'arresto dei sostegni vitali, avvenne nel 2014, vigente la legge Leonetti.

Leonetti ha sempre dichiarato di non appartenere ad alcuna obbedienza massonica, sebbene abbia ammesso che diversi membri della sua famiglia lo sono stati. Appartenente alla loggia Ni maître ni dieux del Grand Orient de France è invece Manuel Valls, che nel 2012 dalle colonne di Le Monde (6 febbraio) esortava François Hollande a fare un passo in avanti verso l'eutanasia: “L'opinione pubblica è pronta. È perciò importante che la Sinistra faccia progredire le cose”. L'anno successivo il Grande Oriente si esprimeva pubblicamente in questi termini: “La decisione sull'eutanasia appartiene al solo paziente, da cui la necessità di legiferare sull'eutanasia volontaria, che consentirà di umanizzare maggiormente il fine vita, il che permetterà all'umanità di diventare più umana”.

GREMBIULINI ATTIVISSIMI
Lo stesso Valls divenne curiosamente Primo Ministro nel 2014 e si mise subito all'opera, domandando ad Alain Claeys e Jean Leonetti di ripensare la legge del 2005; quella legge, infatti, non aveva lasciato particolarmente soddisfatti i fratelli massoni, come affermerà più tardi, il 3 ottobre 2015, il Gran Maestro Daniel Keller. Riferendosi infatti ad alcuni relatori di un convegno sull'eutanasia tenutosi proprio al tempio massonico Groussier di Parigi, dichiarava: “Vi ringrazio per aver indicato le carenze della legge Leonetti”. Il Grand Orient stesso si sentì in dovere di intervenire pubblicamente per “affermare la propria presenza in questo dibattito” e per esprimere i suoi desiderata: “Il Grande Oriente di Francia attende […] dal legislatore la definizione e l'adozione di un quadro normativo preciso […], al fine di rispettare la volontà di coloro che decideranno di morire degnamente. Esso si pronuncia dunque per il diritto a scegliere la propria morte […] Colui che esige di morire quando si ritiene indegno di vivere possiede il diritto di essere obbedito. Alla domanda 'la mia vita è degna di essere vissuta?', non ci sono che io stesso a poter rispondere”. Dichiarazione che rivela la sostanza luciferina, al di là di reali o presunte pratiche occulte, della Massoneria. Lo stesso Gran Maestro ha anche rivelato di “essere stato ascoltato alla luce del sole dalla commissione Claeys-Lionetti allo stesso titolo delle grandi religioni”. Evidentemente ogni desiderio del Gran Maestro è un ordine, visto che lui, che rappresenta lo 0,23% dei francesi, è riuscito ad ottenere più di quanto chiedessero i cattolici, che rappresentano il 64% della popolazione. 

MASSONERIA ALLO SCOPERTO
La nuova proposta di legge prevedeva in origine che un paziente in situazione di fine vita (cosa già di per sé non facile da definire) potesse richiedere “un trattamento di tipo sedativo e antalgico, arrecante un'alterazione profonda e continua della vigilanza fino alla morte”. Questo testo venne completamente stravolto, spalancando chiaramente le porte all'eutanasia. La legge del 2016, tutt’ora vigente, prevede infatti “una sedazione profonda e continua, provocante un'alterazione della coscienza, mantenuta fino alla morte”. È piuttosto chiaro che, in questa formulazione, la sedazione esce dall'orizzonte palliativo per entrare in quello eutanasico. Nella sedazione palliativa, il medico non usa la sedazione per provocare la morte, ma cerca un bilanciamento tra l'inevitabile abbreviazione della vita e il sollievo da sofferenze che resistono ad altre misure antalgiche.

È interessante notare che il lessico della nuova formulazione, come ha fatto notare Abad-Gallardo in un altro libro, Je servais Lucifer sans le savoir, corrisponde a quello coltivato nelle logge. Per esempio, in un'audizione parlamentare della Gran Loggia femminile di Francia dell'8 ottobre 2014, si utilizzava propro il termine “sedazione profonda”, assente nella prima formulazione della proposta di legge. Ma la “prudenza” massonica doveva procedere con estrema cautela: la nuova legge Claeys-Leonetti del 2016 non poteva parlare apertamente di eutanasia; consapevoli di ciò, mentre ancora la legge non era stata archiviata, il 13 marzo 2015 Manuel Valls già ne parlava come “di una tappa”!

ORA TOCCA AI BAMBINI
I massoni guardavano più avanti ed il 3 ottobre 2015 organizzavano a Parigi un colloquio intitolato “Il fine vita dei bambini”. Invitato d'onore non poteva essere che il senatore belga Philippe Mahoux, uno dei padri della legge sull'eutanasia del 2002 e dell'estensione dell'eutanasia ai bambini del 2014. Mahoux era lì per predicare che lo scopo del legislatore è quello di “creare uno spazio di libertà” e questa libertà non può conoscere “limiti d'età”, ma deve avere come unico criterio “la capacità di discernere in rapporto alla sofferenza generata dai trattamenti”. Secondo questo paladino della libertà, “lo scandalo non è la morte, ma la sofferenza e la malattia. E ancor più quando si tratta di un bambino”. Bisogna combattere non la sofferenza dei bambini, ma i bambini che soffrono. Il boia belga commentava così la legge francese in dirittura d'arrivo: “La sedazione profonda per alcuni pazienti, è chiamare l'eutanasia in un altro modo, ma questo non è ancora sufficiente”, mostrando così ad un tempo il vero volto eutanasico della legge del 2016, ed il suo ruolo di passaggio verso lo sdoganamento completo dell'eutanasia. Nemmeno in Belgio la legge sarebbe ancora perfetta, perché bisognerebbe proibire l’obiezione di coscienza collettiva (nel senso che nessun ospedale, in quanto tale, dovrebbe essere privo di medici che effettuano l’eutanasia) ed introdurre l’eutanasia delle persone affette da demenza. Ma purtroppo “per questo l’opinione pubblica non è ancora pronta”…

INFILTRATI NEI PARTITI
E' chiaro dunque che, incassata la legge del 2015, i massoni siano già partiti con altre manovre. Jean-Louis Touraine, framassone del Grande Oriente di Francia e deputato di La Republique en marche, partito fondato dall'attuale Presidente Macron, il 27 settembre 2017 ha depositato una proposta di legge per ottenere l'eutanasia su richiesta. Secondo lui “le cure palliative sono state e rimangono molto carenti; la loro qualità è ottima, ma non sono proposte che a meno della metà dei malati”; quindi non rimane che offrire “la possibilità di ricorrere alla sedazione terminale”. Geniale. Se a tavola non c'è cibo per tutti, anziché aumentare il cibo, meglio eliminare i commensali. Touraine, guarda caso, l'1 febbraio 2018 è stato nominato presidente del gruppo di studio dell'Assemblea nazionale Fin de vie e qualche giorno più tardi, il 28 febbraio, ha presentato su Le Monde un appello firmato da 156 deputati per ottenere, entro il 2019 (manca poco), la legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito.

La seconda proposta di legge, del mese successivo, è del socialista Olivier Falorni, il quale pare non sia affiliato direttamente alla Massoneria, ma ama intrattenersi con i “fratelli” in pubbliche tavole rotonde; come quando offrì il suo patrocinio a quella del 9 dicembre 2014 “en partenariat avec le Grand Orient de France”. Anche l’attuale ministo della Sanità francese, Agnès Buzyn, che di recente si era stizzita per la richiesta di temporeggiamento del Comitato ONU per i disabili ed aveva fatto capire che non se ne sarebbe tenuto conto (vedi qui), dev’essere un’assidua frequentatrice di queste adunanze in loggia. La si ritrova, guarda un po’, al già menzionato convegno sul fine vita del 3 ottobre, al Tempio Groussier (vedi qui), esprimendo – non ne avevamo dubbi – il suo sostegno per “lo spazio di libertà belga”.  Infine, nel dicembre dello stesso anno, Caroline Fiat, deputata del partito La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ha depositato un’altra proposta di legge per la legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito. La Fiat è stata scelta come relatrice di tale proposta dalla presidente della commissione Affari Sociali, Brigitte Bourguignon, deputata del partito di Macron e massona. Lo stesso Mélenchon, massone del Grande Oriente, ha difeso questo progetto di legge nel suo intervento all'Assemblea nazionale del 2 febbraio 2018.

Questione, dunque, di una libertà luciferina ed anche di cinico risparmio. Jacques Attali, consigliere di una lunga fila di presidenti della Repubblica francese, da Mitterrand a Sarkozy, a Hollande, nell'intervista rilasciata per il libro di Michel Salomon, L'Avenir de la vie, ha avuto la spudoratezza di dichiarare che “dopo i 60/65 anni, l'uomo vive più di quanto produca e costa caro alla società... In effetti, dal punto di vista della società, è preferibile che la macchina umana s'arresti bruscamente piuttosto che deteriorarsi progressivamente […]. L'eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future in ogni modo”. Il libro venne pubblicato nel 1981: il futuro là preconizzato è il nostro presente. A ogni buon conto Attali è ancora vivo, e oggi ha quasi 76 anni: da oltre dieci anni costa caro alla società.

Questo è il contesto in cui il povero Vincent Lambert è inserito. Lui, che non riesce a comunicare, è dunque il soggetto perfetto per far scattare le nuove ghigliottine del XXI secolo, affilate dai liberi pensatori massoni.