LE STORIE

Reazioni avverse, ok a indennizzi. I drammi ignorati

Il Governo dà il via libera al fondo da 150 milioni per indennizzare le reazioni avverse dei vaccinati non obbligati. Esulta la Lega, ma ora è tutto nelle mani dei medici legali delle Asl che devono riconoscere la correlazione. Al Comitato Ascoltami non si fermano le adesioni di chi ha avuto la vita sconvolta: come Rocco, 17 anni, a un passo dalla morte, per la miocardite vivrà immobile sei mesi sul divano; o Michele, 37, che dopo il vaccino ha avuto tre crisi epilettiche e per un anno non potrà guidare. Storie e drammi nascosti di cui non si vuol parlare.
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Attualità 22_01_2022

Per le tante vittime da vaccino è uno spiraglio di luce dopo mesi passati a brancolare nel buio. Nel Decreto Sostegni il Governo ha approvato un fondo da 150 milioni per garantire un indennizzo anche a chi ha ricevuto reazioni avverse gravi e permanenti, ma non era soggetto ad obbligo vaccinale. In sostanza: chiunque abbia riportato lesioni o infermità con menomazioni permanenti dell'integrità psico-fisica a causa della vaccinazione anti-Covid potrà avviare l’iter di risarcimento che seguirà gli stessi canali dei soggetti vaccinati con obbligo.

La proposta della Lega ha trovato l’appoggio anche delle altre forze politiche che avevano sostenuto l’ordine del giorno che vedeva come primo firmatario il senatore leghista Luigi Augussori (in foto).

«Siamo orgogliosi che le nostre indicazioni siano state determinanti per la scelte del Governo, sul quale non avremmo potuto di certo incidere stando all'opposizione», ha dichiarato alle agenzie Augussori che alla Bussola ha spiegato la ratio di questo fondo.

«Fino ad oggi - spiega - i vaccini raccomandati fortemente non erano compresi nella legge 210/1992 che garantisce indennizzi per le vaccinazioni obbligatorie. Ne consegue che all’infuori delle categorie come i sanitari, gli insegnanti e le forze di polizia e dal 1° febbraio anche gli over 50, che sono circa 30 milioni di cittadini, altri 30 milioni restavano nel limbo e non potevano essere coperti da questa legge». 

Con l’approvazione del Governo, dunque, si includerà anche il resto della popolazione.

La motivazione giuridica utilizzata dalla Lega, che ha voluto fortemente questo fondo per affermare il principio del risarcimento del danno anche sui vaccini Covid, parte da una sentenza della Corte costituzionale che ha dato ragione a un’istanza di un cittadino che aveva subito una reazione avversa su un vaccino raccomandato, ma non Covid. «Su questi presupposti abbiamo più volte presentato emendamenti e nell’ultimo decreto che abbiamo convertito in legge c’è stata un’ampia convergenza di altre forze di maggioranza che hanno presentato emendamenti simili».

Il fondo stanziato non è certo enorme, ma quello che è importante è aver stabilito il principio della reazione avversa da vaccino.

Il problema adesso, però, sarà il riconoscere la correlazione sui tanti episodi che si stanno verificando nel silenzio di buona parte della stampa. Come la Bussola ha raccontato, seguendo da vicino i primi passi del Comitato Ascoltami, sono tantissime le tipologie di reazioni avverse che spesso non vengono nemmeno riconosciute né curate.

Con l’istituzione del fondo partiranno, c’è da immaginarselo, migliaia di richieste di indennizzo che andranno ad intasare il lavoro delle commissioni medico-legali delle Asl chiamate a giudicare la correlazione di un danno col vaccino. Sarà interessante capire quali e quante reazioni verranno considerate e quali e quante invece verranno non ritenute correlate o permanenti.

Quel che è certo è che continuano ad essere moltissime le testimonianze di persone che hanno accusato una lesione grave subito dopo il vaccino.

Testimonianze drammatiche di persone fino al vaccino completamente sane e che dopo l’inoculo hanno avuto la vita sconvolta e spesso sono state ad un passo dalla morte.

Come il caso di Rocco Stamato (in foto), della provincia di Cosenza, che deve convivere con una miocardite che lo costringerà per i prossimi sei mesi a dover stare completamente a riposo. A raccontare la sua storia è la madre Anna, che si è rivolta al Comitato Ascoltami e che alla Bussola delinea le coordinate di un vero e proprio calvario: «Mio figlio ha 17 anni ed è stato costretto a fare il vaccino per poter utilizzare l’autobus per andare a scuola e per poter lavorare in un bar – dice. Ma 8 giorni dopo il vaccino Moderna ha accusato un dolore al petto. Portato al pronto soccorso, è stato ricoverato d’urgenza ed è stato a un passo dalla morte. I dottori ci hanno detto che se avessimo tardato cinque minuti non ce l’avrebbe fatta».

«Rocco è stato in terapia intensiva per diversi giorni e lì ha trascorso le vacanze di Natale. I valori della troponina altissimi hanno evidenziato un’infiammazione del miocardio».

Ma anche durante il ricovero, per i dottori era tabù parlare di vaccino: «Quando ponevo il tema del vaccino - prosegue - si arrabbiavano. Solo alle dimissioni di Rocco, la cardiologa mi ha detto: “Signora, è quello che pensa lei. Ho già fatto la segnalazione all’Aifa”».

Oggi la vita di Rocco, un ragazzo alto un metro e 80 con la passione per le moto da cross e sempre attivo, è quella di un invalido: «Non può fare nessun tipo di sforzo – ci racconta la madre. La scuola gli sta attivando la Dad perché non può nemmeno salire in auto, ovviamente deve rinunciare a tutto: sport, uscite, lavoro e tutto ciò che per un ragazzo della sua età è indispensabile per una vita di relazione. Deve prendere sei Aspirinette al giorno e un farmaco per il cuore mentre nella carta di dimissioni c’è scritto: “Paziente grave non ancora guarito: sospetto vaccino Moderna”».

Guarirà? I genitori, anche loro fortemente provati psicologicamente, sperano di sì, ma tutto dipenderà dalle prossime risonanze magnetiche che dovranno escludere danni permanenti al cuore.

Di mamme e papà coraggio che affrontano con dignità e senza strepiti la vita sconvolta dei loro figli, però, ce ne sono tanti. È una storia di dolore e incertezza anche quella che arriva da Perugia dove Michele Sigali (foto), 37 anni, ha dovuto fare i conti con 3 crisi epilettiche subito dopo il vaccino.

A raccontare la sua storia alla Bussola è il padre Redento: «Mio figlio ha avuto la prima crisi epilettica in agosto, una settimana dopo la prima dose. La compagna l’ha portato al pronto soccorso, aveva perso conoscenza e si è tagliato la lingua. In settembre è comparsa la seconda crisi: l’ambulanza è arrivata celermente e l’hanno portato in ospedale dove, durante il ricovero, ha avuto il terzo episodio».

Si è trattato di vaccino? «Dagli accertamenti diagnostici (EEG, Tac e risonanza) non è emerso nulla, tutto negativo. Il sospetto che c'entri il vaccino è quindi molto forte dato che tutto il resto verrebbe escluso».

Quello che è accaduto dopo, però, sono le conseguenze che possono subire coloro che hanno crisi di questo tipo: «Al momento delle dimissioni gli hanno comunicato che non avrebbe potuto guidare per un anno, il provvedimento è stato inviato in Motorizzazione ed è inappellabile».

Per Michele ora, oltre al timore che si possano ripresentare crisi simili, si tratta di dover dipendere dagli altri, principalmente la compagna e il padre, per poter andare a lavorare, a circa 20 Km da casa.

Drammi nascosti, di cui nessuno sembra volersi occupare e che sono invalidità a tutti gli effetti se calate in un contesto vaccinale, quello di pazienti giovani e non fragili, che da un eventuale Covid curato bene non avrebbero avuto percentuali alte di rischio.  

- IL DOSSIER MAL DI VACCINO