POLITICAMENTE CORRETTO

«Muori, Lambert!». Le vittorie di chi ha per meta il nulla

Vincent è stato ucciso con le sentenze, con i referti medici, con la cultura di chi su questa terra vince sempre perché l’arbitro è sempre uno di loro. La stessa che chiede di salvare il pianeta, mentre stermina gli abitanti del pianeta, a partire dal grembo materno. Con la complicità di quella parte cattolica che parla solo di inclusività e dialogo.

Editoriali 17_07_2019

Muori, Lambert! Tu e la tua maledetta voglia di vivere. Muori tu e i tuoi bigotti accoliti che berciano sempre i soliti slogan! Muori una buona volta, ché ti sei accanito a vivere contro ogni nostra decisione fin troppo a lungo! Che possano morire dentro l’anima anche i tuoi genitori così ostinati a non piegarsi alle nostre nere volontà!

Finalmente sei morto! Ti abbiamo ucciso con le sentenze, con i referti medici, con le opinioni che agli ottusi sono parse dotte e ai semplici solo fesse. Ci è voluto tempo per farti crepare. Meglio così. Ti abbiamo cucinato a fuoco lento per farti soffrire ancor di più. La stuzzicante e sofisticata tortura di farti assaporare l’affilata lama del boia sulla pelle, senza però mai sferrare il colpo mortale. Uno stillicidio che ci ha galvanizzato non poco.

Ci hai fatto penare per anni anche tu però, ma eravamo certi di vincere. Perché noi vinciamo sempre alla fine. Sempre. È semplice: ogni volta l’arbitro è uno di noi. Se siamo sotto di un gol aspetta a fischiare la fine della partita. E appena siamo in vantaggio ecco che fischia. Sarà banale dirlo, ma finché eri in vita potevi morire – potevi perdere la tua partita – ma ora che sei morto, noi abbiamo vinto per sempre e tu hai perso per sempre perché non puoi più tornare in vita. Era impossibile che tu vincessi per sempre. Le regole del gioco le abbiamo inventate noi.

Sì, vinciamo sempre. Anche ora e senza fare nulla migliaia di bambini muoiono nel luogo che un tempo era il più sicuro della Terra: il ventre della propria madre. Anche ora e senza fare nulla c’è gente che a frotte divorzia, si sposa sotto l’arcobaleno, produce bimbi in provetta, affitta uteri, mette preservativi e ingoia pillole, le nuove testate nucleari da prendersi per via orale, si spara in vena cocktail mortali, salta da un letto all’altro succube di istinti animaleschi che scambia per libertà.

Nulla ci ferma. Sono tutti dalla nostra parte. I baciapile sono poi gli agenti in missione speciale più bravi. Mentre noi sterminiamo nascituri, feti, disabili, famiglie, mentre noi compiamo quotidianamente questa mattanza alla luce del sole delle leggi, degli ometti vestiti di nero o di viola o di porpora o con golfini color grigio topo ci tengono lontani la plebe cattolica, ammorbidendola con parole così banali che fanno venire la nausea anche a noi: accoglienza, inclusività, dialogo, tolleranza, pace. E pensare che siamo stati noi a mettere loro in bocca questo dizionario degli stereotipi.

Sono bravissimi questi mentecattolici, perché hanno eretto un muro tra noi e quei pochi sopravvissuti allo scoppio della bomba atomica del politicamente corretto, quei pochi che vorrebbero strapparci di mano gli strumenti aguzzi per abortire, la siringa da iniettare al malato mentale, la sentenza di divorzio, la provetta in cui far crescere l’embrione, il registro dove trascrivere le nozze gay, i neonati da dare in adozione alle coppie omosex,  il libro delle fiabe letto da un trans ai bambini a scuola. Non riescono ad arrivare a noi grazie ai loro generali. Sublime.

Sì, siamo stati geniali. Tutti a marciare per il clima e per la salvezza del pianeta e intanto noi dietro a sterminare gli abitanti di questo pianeta. Continuiamo da decenni a massacrarvi e voi vi gettate ormai spontaneamente nelle nostre braccia. Quasi non c’è più gusto.

Ma torniamo a te, Vincent. Tu eri il tipo di persona più pericolosa perché un fiore che spunta dal letame, sopra un cumulo di immondizie, da una crepa in un muro si nota di più: la sua bellezza appare ancor più vivida. Comunque con il tuo caso siamo stati bravissimi, magistrali. Abbiamo fatto passare l’amore incondizionato dei tuoi genitori come irragionevole testardaggine. Le nebbie dell’affetto materno e paterno hanno obnubilato il senno di questi due poveri anziani genitori, incapaci ormai di lasciar andare il loro figliolo. È questo il messaggio all’arsenico che i più si sono bevuti senza fiatare. Un gioco da ragazzi.

Comunque sappi che noi siamo bulimici, bulimici del male. Non siamo mai sazi. Ti abbiamo già digerito e ora famelici guatiamo altre vittime. Le nostre luride ombre si allungheranno fino agli spazi reconditi e intimi della famiglia, con la pedofilia e l’incesto, inquineranno ancor più le menti dei politici perché vogliamo togliere all’uomo il diritto di fare il bene e concedere con larghezza il diritto di compiere il male, nonché assegnare diritti ad animali, piante e cose. Persino all’aria, se ci pizzica la voglia.

Non ci fermeremo mai, perché la nostra ultima meta è il nulla.