VOLONTARIATO

Shalom, la comunità dei record

A Palazzolo sull'Oglio, nel bresciano, la comunità per tossicodipendenti guidata da Suor Rosalina vanta un recupero degli ospiti attorno al 90%.

Attualità 19_08_2011
Shalom
Solo una suora. Ma che suora Rosalina Ravasio! Capace, con la Comunità di recupero da lei fondata e pronta a festeggiare i primi 25 anni di vita, di abbattere tutti i cliché che circondano la cura da tossicodipendenza e alcol. Programmi, dinamiche, relazioni, è  proprio tutto diverso nella Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio, nel bresciano. A cominciare dal tasso di recupero degli ospiti, che qui si attesta intorno al 90%. Più alto, e di molto, rispetto alla media nazionale.
 
Come spiegare un tasso così “fuori media”? «In realtà questo record è un miracolo - racconta Flavio, volontario e braccio destro di Suor Rosalina -, ma paradossalmente questa percentuale così alta di ragazzi che “ce la fanno” è facilmente spiegabile. Qui tutto è basato sulla potenza risanatrice di Dio Padre, che i ragazzi imparano ad amare, e di cui sperimentano ogni giorno la grazia. Non si viene qui solo per staccarsi dai vizi, ma per cambiare  vita! La differenza con molte altre comunità “classiche” sta tutta qui. Guardi, i soliti potranno anche storcere il naso ma la percentuale del 90% parla chiaro in contesti difficilissimi come questi, i ragazzi arrivano qui che sono come morti».
 
Ma c’è un altro dato che fa della Comunità Shalom un unicum, almeno in Italia: è cioè l’unica comunità di recupero che non accetta contributi economici né dalle famiglie degli ospiti, né dallo Stato. «“Meglio poveri ma liberi!”, questo è il motto e l’illuminazione iniziale di suor Rosalina – spiega Flavio, attivo in Comunità dal lontano ’86. La fondatrice ha voluto l’indipendenza dallo Stato per essere libera di basare i programmi di recupero principalmente sulla Cristoterapia. Se suor Rosalina avesso detto sì alle sovvenzioni sarebbe stata costretta a “rendere conto” e quindi a snaturare la sua intuizione. Ma anche qui i fatti le hanno dato ragione: nella veste di un esercito di volontari, la Provvidenza si è sempre presa cura della comunità. Ai 170 ragazzi, alle 100 ragazze e ai 15 bambini figli delle ragazze madri, non è mancato mai nulla. Mai. Tutti i quasi 300 ospiti sono più che attivi. Ricamo e molto altro per le donne; lavoro della terra, allevamento degli animali, manufatti di falegnameria per gli uomini. Le icone create qui, per esempio, piacciono moltissimo».
 
I volontari, alla Shalom, sono circa 2000. Medici, parrucchieri, madri di famiglia che si offrono per lavare e stirare montagne di vestiti, ma anche psicologi, commercialisti, insegnanti. Proprio questi ultimi hanno permesso agli ospiti della comunità di frequentare corsi per le medie e superiori, che si sono tradotti in licenze e diplomi dopo che i ragazzi e le ragazze hanno sostenuto i regolari esami da privatisti. «Con solo 3 bocciati su 70 – tiene a precisare Flavio –, una percentuale per nulla usuale per i privatisti!».

Da parte loro, gli ospiti della comunità non si risparmiano nel corrispondere all’amore e alla fiducia che ricevono da fuori. Anzi. Ecco allora i recital da loro ideati e portati in giro per tutto il settentrione, ma anche le animazioni delle messe domenicali in paesi e città lombarde, o il trasporto degli anziani a Lourdes, a completo servizio dell’Unitalsi.
 
Non è finita. C’è ancora un altro tratto singolare di questa “comunità delle meraviglie”. Ogni sabato e domenica, con l’arrivo di famiglie, catechisti con ragazzi dell’oratorio, intere scolaresche, gruppi di preghiera, la comunità si trasforma. È una forma nuova di pellegrinaggio. L’unico paragone possibile, fatte le debite proporzioni, è quello con Medjugorje, in cui migliaia di pellegrini da tutto il mondo non rinunciano a visitare i ragazzi della Comunità “Cenacolo” di Suor Elvira Petrozzi. Lo scopo di questi incontri? Semplice, condividere la vita della comunità coi suoi momenti di irradiazione: le testimonianze dei ragazzi, dolorose e insieme educative, e poi il pranzo, le preghiere, i canti. Tutto nello spirito dell’essenzialità e della verità. È proprio questo che attrae. Non a caso, ripete sempre suor Rosalina: «È il superfluo che li ha rovinati».
Tra i tanti che passano a rigenerarsi in quel di Palazzolo, anche uno che non ti aspetti: Francesco De Gregori. «Sì - racconta ancora Flavio -. È da tempo grande amico di suor Rosalina. Quando viene si immerge pienamente nella vita della comunità. E quando è nei dintorni di Brescia per qualche suo concerto non manca mai di invitare tutti e di riservarci le prime file».
 
Quest’anno la Comunità Shalom festeggia i suoi primi 25 anni proponendosi come un modello e un riferimento per le realtà operanti nel campo del disagio giovanile. Dall'1 al 4 settembre 2011 un vero e proprio cartellone aspetta chiunque vorrà festeggiare l’evento. La Chiesa renderà un omaggio solenne all’intuizione di quella Rosalina Ravasio che, nel 1986, praticamente sola, chiese e ottenne dalla Caritas di Brescia una cascina in campagna per i suoi “figli”. E lo farà con la presenza di uno stuolo di vescovi: da quello di Brescia Luciano Monari, a quello di Bergamo Francesco Beschi, fino all’ausiliario dell’Aquila Giovanni D’Ercole. Tra i tanti momenti di festa, anche il corpo di ballo dell’Etoile di Liliana Cosi e Stefanescu. Spettacoli nello spettacolo della vita che rinasce.