Ricrearsi senza mandare il cervello all'ammasso
È stato un buon anno. Il settore tiene bene, le idee non sono mancate, il 3D trionfa. Ora attendiamo il nuovo Clint Eastwood
Il 2010 che va a terminare è senza dubbio stato un buon anno dal punto di vista cinematografico. Il cinema continua a essere uno dei passatempi meno costosi per le tasche degli italiani (provatevi ad andare allo stadio o a teatro, tanto per fare un confronto), la gente continua ad andare vedere i film (+ 10% di biglietti staccati rispetto al 2009), l’emorragia delle piccole sale che chiudono sembra aver trovato un argine nella proiezione digitale e 3-D. Libere dai vincoli della pellicola, attrezzate a ricevere le immagini e i suoni via satellite, molte monosale hanno scoperto nuovi sbocchi e nuovo pubblico con la trasmissione in diretta dell’opera lirica, del teatro, dei concerti di musica classica e pop. Un modo nuovo per ricreare un tessuto intorno alle sale (specialmente le parrocchiali, troppo spesso trascurate anche dai parroci) che si spera possa costituire una tendenza anche nel futuro, per evitare che in Italia rimangano solo i multiplex.
Infine, che ci aspetta nel 2011? Altri supereroi, altri sequel, altre storie tragiche o comiche. Da non perdere, tra pochi giorni, Hereafter, dell’ottantenne Clint Eastwood, il secondo regista al mondo in quanto a longevità (il primo è l’ultracentenario portoghese Manoel de Oliveira, anche lui sul set). Eastwood è capace sempre di sorprenderci, e man mano che passano gli anni i temi dei suoi film diventano sempre più stringenti. Hereafter prende spunto da una vicenda paranormale, ma in verità parla di cose molto reali e tangibili, che riguardano tutti. Altri due titoli interessanti, per i primi mesi dell’anno: 127 ore, di Danny Boyle (già oscar per The Millionaire) sulla vera vicenda di un uomo che ha dovuto fare una drammatica scelta per sopravvivere, e il remake di un famoso western con John Wayne, Il Grinta, per la regia dei fratelli Coen, una coppia che raramente delude lo spettatore. Ma di questo e altro ancora, ne parleremo a suo tempo. Buona visione a tutti.