JIHAD E FINANZA

La campagna acquisti del Qatar in Occidente

Messo alle strette dagli altri paesi arabi, per il suo appoggio al terrorismo, il Qatar compra alleati in Occidente. Acquistando, non solo immobili e squadre di calcio, ma soprattutto commesse militari.

World 20_09_2017
Michael Fallon e Khalid Bin Mohammed

Il Qatar, stretto d’assedio dai “fratelli” arabi del Golfo, sauditi in testa, che nel nome dell’Islam salafita contestano a Doha il supporto all’ideologia dei Fratelli Musulmani (guerra tra differenti estremismi islamisti), compra alleati in Occidente spendendo miliardi in armi per le quali non dispone neppure di abbastanza militari per impiegarle.

Uno strumento certo non nuovo in un mondo arabo del Golfo che in Europa e USA ha ormai comprato di tutto, dai grandi magazzini ai palazzi, dalle squadre di calcio ai think-tank e alle coscienze, ma che il Qatar sta applicando in modo spregiudicato e senza badare a spese specie da quando è esplosa la tensione con Riad e Abu Dhabi.

La decisione del Qatar di acquistare dalla Gran Bretagna 24 cacciabombardieri Eurofighter Typhoon, è stata confermata dalla firma di una lettera d’intenti il 17 settembre a Doha, tra il ministro della Difesa qatarino, Khalid Bin Mohammed e il segretario alla Difesa del governo britannico, Micheal Fallon. Il valore del contratto non è stato reso noto ma potrebbe aggirarsi intorno ai 6/7 miliardi di euro considerando anche gli armamenti, l’addestramento e il supporto logistico.

Un contratto miliardario che nel Golfo non fa certo scalpore ma la vicenda assume un altro aspetto se si considera che il Qatar ha ordinato in Francia un anno or sono 24 caccia Dassault Rafale per 6,3 miliardi di euro con consegne a partire dal prossimo anno e ha appena firmato un contratto con Boeing e gli USA per 36 cacciabombardieri F-15 Strike Eagle per 12 miliardi di dollari, più altri 36 in opzione già autorizzata da Washington.

Si tratta di 84 aerei da guerra per almeno 24 miliardi di euro di costo che saliranno forse a 120 velivoli e 36 miliardi se verrà esercitata l’opzione con Boeing.

Sulla carta Doha disporrà di una forza aerea modernissima e numericamente seconda nel Golfo Persico solo a quella saudita e iraniana (che però è molto meno moderna). Un potenziamento senza precedenti per il piccolo emirato reso ricchissimo dall’export di gas ma che oggi difende il suo limitato spazio aereo con appena 12 caccia Mirage 2000.

L’acquisizione di così tanti velivoli di ben tre tipologie diverse e scelti tra quelli che hanno i più alti costi di acquisizione e gestione comporterà per il Qatar uno sforzo logistico incredibile che rischia di veder paralizzati a terra gran parte dei nuovi jet acquistati mentre sarà necessario disporre di almeno 200 piloti di aerei da combattimento e arruolare centinaia di contractors per le manutenzioni tecniche e il supporto logistico: una vera manna per le società aeronautiche europee e americane.

Con i contratti miliardari firmati con l’Italia per una nuova flotta (per un valore di 5 miliardi di euro) e con Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna per decine di velivoli e altri equipaggiamenti militari, Doha sembra puntare a garantirsi alleati, clienti e “protettori” più che a disporre di forze armate invincibili.

Il Qatar ospita ad a-Udeid la più grande base aerea statunitense nel Golfo Persico, sede del comando aereo del Central Command che gestisce le operazioni contro lo Stato Islamico e i talebani, con 11 mila militari e base di un centinaio di velivoli inclusi i bombardieri B-1 e aerei britannici impiegati nelle operazioni sull’Iraq. Una base che, da sola, dovrebbe offrire ampie garanzie a Doha contro attacchi esterni.

Il contratto per 24 Typhoon prolungherà l’attività produttiva negli stabilimenti britannici ed europei (anche italiani) coinvolti nella realizzazione del velivolo prodotto dal consorzio europeo Eurofighter ma venduti al Qatar da Londra così come l’Italia li vendette al Kuwait.

Un’intesa che stempera a quanto pare le tensioni tra Regno Unito e Doha giunte a un picco tre mesi or sono quando il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ammonì il Qatar a impegnarsi maggiormente nel contrasto al terrorismo e al finanziamento dei gruppi jihadisti. Un discorso che sembrò scritto dai sauditi (altri grandi clienti di Londra pure sul piano militare) che aprì una crisi senza precedenti tra la Gran Bretagna e il Qatar, chiusa a quanto pare con qualche miliardo di investimenti nei velivoli “made in England”.

In un discorso pubblico tenuto a Doha, dopo la firma della lettera d’intenti, il segretario Fallon ha dichiarato il 17 settembre di augurarsi che “l’accordo rafforzi la sicurezza regionale. Si tratta di un momento importante nella relazione tra i nostri ministeri della Difesa, e questa sarà la base anche per aumentare la cooperazione nel settore tra i due Paesi. Speriamo anche che questo possa rafforzare la sicurezza all’interno della regione e nei paesi del Golfo alleati. Questo è il primo importante contratto nel comparto della Difesa sottoscritto dal nostro paese con il Qatar, uno dei nostri partner strategici” ha detto Fallon

Da paese che appoggia e finanzia il terrorismo (oltre a sostenere il radicalismo islamico in tutto il mondo Europa inclusa) a partner strategico il passo è davvero breve…. appena 6 o 7 miliardi!