L'ATTENTATO

Karol e quel mistero di Fatima

Il 13 maggio 1981 il terrorista turco Agca sparò al Papa ma, come Wojtyla rimarcherà, la mano della Madonna deviò il proiettile, salvandogli la vita.

Attualità 30_04_2011
Attentato

 

Sono “sue” parole, con le quali Giovanni Paolo II spiegherà il senso dell’intervento materno di Maria SS.ma in occasione dell’attentato del 13 maggio 1981, con il quale la Madonna gli salva la vita per portare a compimento la missione che Dio gli aveva affidato: così si pronuncerà in particolare durante il pellegrinaggio a Fatima nel maggio 1982, dove andrà per ringraziare e per rendere pubblico il “suo” ingresso nel mistero di Fatima.

Quei giorni erano cruciali per la Chiesa e anche per l’Italia, impegnata nella consultazione referendaria che il 17 maggio boccerà la richiesta abrogativa della legge 194 – che legalizzava l’aborto – promossa da un fronte per la difesa della vita composto da cattolici e da alcuni “laici non laicisti” impegnati nella difesa del diritto del concepito. Il Papa, salvato per miracolo dall’attentato di quattro giorni prima compiuto dal terrorista nazionalista turco Ali Agca, era ricoverato al policlinico Gemelli di Roma, ancora in bilico fra la vita e la morte, profondamente indebolito ed esposto a complicazioni dalle trasfusioni di sangue necessarie alla sopravvivenza, dalla lunghezza e delicatezza dell’operazione che aveva dovuto subire immediatamente dopo l’attentato. La Chiesa non era stata decapitata, ma i cattolici e le autorità ecclesiastiche che la guidavano, in quei giorni erano frastornati, preoccupati, incerti.

Se in Italia l’orientamento ideologico della maggioranza della popolazione si esprimeva in modo contrario al diritto alla vita, (il “popolo della vita” avrebbe raccolto soltanto il 32 % dei voti espressi), la Polonia era nel mezzo del braccio di ferro che avrebbe contrapposto fino al 1989 il popolo e il sindacato indipendente Solidarnosc al regime comunista, appoggiato dalle truppe del Patto di Varsavia che minacciavano l’invasione, come era accaduto nel 1956 a Budapest e nel 1968 a Praga.

Chi ha armato la mano del terrorista turco?

Il senso comune della popolazione, in Occidente, attribuiva la responsabilità dell’attentato all’URSS, senza dubbio alcuno. Fin dall’elezione al soglio di Pietro era apparso chiaramente che il Papa venuto dall’est avrebbe contribuito a erodere il consenso e il prestigio del comunismo e dei regimi del socialismo reale. Il viaggio in Polonia nel giugno 1979 aveva messo in moto un meccanismo di rivolta che neppure la violenza – che ci sarà con il colpo di Stato del generale Wojciech Jaruzelski, quando verrà decretato lo stato d’assedio in tutta la Polonia nella notte del 12 dicembre 1981 – avrebbe potuto fermare e che si sarebbe estesa anche al di fuori dei confini polacchi. Il conflitto dunque era in corso e per Mosca, cuore e capitale dell’internazionalismo comunista, era aggravato dal fatto che Giovanni Paolo II non si presentava al mondo come il paladino della lotta anticomunista, ma semplicemente applicava le indicazioni del Concilio Vaticano II per una “animazione cristiana dell’ordine temporale” e per promuovere una nuova evangelizzazione in ogni paese del mondo, anche attraverso una sua presenza diretta, e con una forte sottolineatura del tema della libertà religiosa, come uno di quei diritti umani fondamentali la cui difesa, nella conferenza internazionale di Helsinki, nel 1975, anche l’Unione Sovietica si era impegnata a sottoscrivere.  

Agca venne qualificato dalla stampa come un estremista di destra,
appartenente al movimento nazionalista turco dei Lupi grigi, nel quale dirà di essere stato fatto penetrare dai servizi segreti bulgari. Ma il suo comportamento risulterà sempre contraddittorio, ambiguo, fino a farsi passare per pazzo, quasi volesse coprire qualcuno e qualcosa. Emergerà una “pista bulgara”, i cui attori però verranno assolti per insufficienza di prove.

L’attentato più eclatante del secolo XX ha ancora oggi tutti quegli elementi di suspence che lo rendono un interrogativo inquietante e affascinante per lo storico e per il credente interessati a capire chi furono gli attori dell’avvenimento e perché lo promossero, in quel frangente storico dove si confrontavano la Chiesa e il mondo libero contro l’agonizzante – anche se allora pochi se ne rendevano conto – impero sovietico.

Ma ciò che più importa dell’attentato è il suo legame con il mistero delle apparizioni di Fatima dove,
nel 1917, dal 13 maggio al 13 ottobre, la Madonna apparve per sei volte a tre giovanissimi pastorelli. Il 13 maggio 1981, il Papa verrà introdotto in questo mistero tanto che al suo risveglio in ospedale — come dirà un anno proprio nel santuario di Fatima — leggerà quella terza parte del segreto che appunto non era stata ancora rivelata, ma che i Pontefici potevano leggere ed eventualmente decidere di rivelare. Evidentemente non l’aveva ancora letta e forse per questo userà la parola «richiamo», quasi volesse intendere che la Madonna aveva voluto “richiamare” la sua attenzione verso questo segreto. Comunque sia Fatima divenne da quel 13 maggio una componente centrale del pontificato.  

Il significato di Fatima

Il significato delle apparizioni di Fatima ha una storia complessa, potremmo dire altalenante, nella vita della Chiesa. Il messaggio è costituito da tre parti: le prime due riguardano l’inferno come castigo delle anime che muoiono nel peccato mortale e la diffusione del comunismo, «la Russia diffonderà i suoi errori nel mondo», come castigo per le nazioni che si sono allontanate da Dio. La terza parte del messaggio, rimasta segreta fino al 2000, riguarda la persecuzione subita dalla Chiesa nel secolo XX, il secolo dei martiri, culminata nella descrizione dell’assassinio del Santo Padre, il “vecchio” vestito di bianco di cui parla suor Lucia (Suor Maria Lucia De Jesus e Do Coração Imaculado, 1907-2005), l’unica dei tre veggenti rimasta nel mondo per testimoniare il messaggio ricevuto dalla Madonna. Evidentemente, la straordinaria testimonianza del sangue offerta dai martiri del XX secolo ha contribuito a salvare la vita del Papa, che appunto non è stato ucciso nell’attentato del 13 maggio 1981 perché preservato da Maria, come lui stesso ha detto e testimoniato portando a Fatima la pallottola che avrebbe dovuto ucciderlo e mettendola nella corona della statua di Maria venerata nel santuario portoghese. Il rimedio proposto agli uomini dall’azione misericordiosa di Dio suggerita dalla Madonna consiste in quella triplice espressione dell’Angelo, «penitenza, penitenza, penitenza» rivelata nella terza parte del segreto. Una penitenza che deve portare alla conversione e per ottenere la quale viene suggerita la pratica dei primi cinque sabati del mese, consistente nella recita del rosario, nell’accostamento ai sacramenti della confessione e dell’eucaristia, nella meditazione per quindici minuti dei misteri della vita di Gesù.

Il messaggio di Fatima è straordinariamente importante anche perché sottolinea la comunione presente in particolare nella Chiesa cattolica, per cui non soltanto molte anime vanno all’inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro, come dice la Madonna in una delle apparizioni, ma gli uomini con i loro sacrifici e preghiere possono realmente incidere nella storia, come dimostra il fatto che il Papa non è stato ucciso, come avrebbe dovuto accadere secondo la terza parte del messaggio, ma è stato salvato dall’intervento miracoloso di Maria. Ciò significa che qualcuno ha preso sul serio l’invito alla penitenza e alla conversione e comunque il sacrificio dei martiri ha contribuito a mutare il corso della storia. Proprio all’importanza e alla drammaticità della storia si rivolge il messaggio di Fatima, mettendo in luce la libertà delle creature e la possibilità di influire sugli stessi avvenimenti storici.

E’ un grande e impegnativo richiamo alla responsabilità degli uomini che non incontra l’approvazione di molti cattolici dei nostri tempi. Infatti, dopo l’apoteosi degli anni Cinquanta del ‘900, quando le Madonne pellegrine hanno contribuito a diffondere il messaggio di Fatima fino nelle più remote parrocchie, e non soltanto in Italia, il messaggio di Fatima negli anni del post-Concilio è stato più o meno apertamente accantonato insieme alle posizioni anticomuniste. Tuttavia, quando questo clima ha cominciato a venire meno durante il pontificato di Giovanni Paolo II, e anche dopo la rivelazione della terza parte del segreto nel 2000, il messaggio di Fatima non è ritornato a circolare in modo significativo nel corpo della Chiesa. Nonostante gli atti di affidamento alla Madonna, suggeriti a Fatima  e ripetuti più volte durante il pontificato di Giovanni Paolo II, malgrado la personale devozione del Papa, mariano ed “entrato” nel mistero di Fatima, la “puntualità” delle apparizioni per interpretare la storia del Novecento, nonostante queste evidenze il messaggio di Fatima sembra rimanere ancora confinato in ambiti ristretti di fedeli e la rivelazione della terza parte del segreto, tanto attesa, non ha stimolato quel sano stupore di chi, credente, trova in una rivelazione soprannaturale una chiave per comprendere più profondamente il proprio tempo storico.