AZCONA SULLA "PACHAMAMA"

“In quei riti c'è il diavolo”. Parola di vescovo amazzonico

«In quei riti c’è il diavolo, c’è la magia. La nostra Signora non è la Pachamama, ma è la Vergine di Nazaret». Parola del vescovo emerito di Belem, Azcona. La risposta ai riti pagani di questi giorni a Roma arriva da un vescovo amazzonico che conosce l'Amazzonia più di molti padri sinodali. «Quelli visti in questi giorni sono sacrilegi demoniaci che producono scandalo. Noi in Amazzonia questo lo sappiamo bene». Se lo dice lui...
-EN ESPAÑOL 

Ecclesia 23_10_2019

«In quei riti c’è il diavolo, c’è la magia. La nostra Signora non è la Pachamama, ma è la Vergine di Nazaret». Non lo dice la Nuova BQ e neppure uno dei misteriosi “giustizieri” che hanno gettato in Tevere le statuette-idolo non identificate di cui in questi giorni si fa un gran parlare. A dire questo è niente meno che un vescovo e per di più un vescovo amazzonico. Esattamente. Proprio uno di quei pastori che, stando alla vulgata sinodale, dovrebbe riconoscere negli idoli gettati in fiume una sorta di inno alla vita o alla fertilità come è stato sciaguratamente detto dagli organismi vaticani.

Ovviamente non troverete le sue parole nei bollettini sinodali ufficiali, anche se – essendo vescovo emerito di Belém, dunque in piena Amazzonia – avrebbe diritto di parlare più di molti altri in questi giorni.

Ma José Luiz Azcona Hermoso, vescovo emerito della prelatura di Marajó, nello Stato di Pará, non è un vescovo accomodante. Soprattutto da quando si è permesso di criticare apertamente l’Instrumentum laboris del Sinodo (leggi qua). Ebbene, il vescovo ha celebrato Messa il 16 ottobre scorso nella bella Cattedrale di Belém, la capitale dello Stato, guarda caso intitolata a Nostra Signora di Nazaret, e ha detto la sua, che poi è quella della Chiesa, sui riti pagano-amazzonici che si sono celebrati in questi giorni in Vaticano, a cominciare dalla cerimonia dei Giardini Vaticani sotto lo sguardo del Papa. (GUARDA QUI IL VIDEO)

«Quello che sta succedendo riflette in modo negativo i principi teologici e pastorali dell’Instrumentum laboris - ha detto -. Mi riferisco a quello che è successo e che molti fratelli stanno vedendo e conoscono, ma per il quale serve il discernimento dello Spirito Santo di cui tanto parla il nostro caro Papa Francesco. E bisogna distinguere quello che viene dal demonio o dalla mente umana da quello che viene dallo Spirito Santo. Questo discernimento è fondamentale oggi per appartenere alla Chiesa e molto più per evangelizzare».

Il prelato ha fatto riferimento a un incontro a Brasilia nel giugno scorso organizzato dalla Repam in occasione del Sinodo e nel corso del quale sono stati svolti diversi «rituali indigeni con invocazioni e preghiere a cui hanno preso parte anche dei vescovi». E poi ha fatto cenno alla cerimonia in Vaticano.

«Sono questioni fondamentali – ha detto nella parte finale della sua omelia durata più di 45 minuti - e qui in Amazzonia sappiamo che cosa siano la Macumba o il Condomblè (riti magici e maledizioni, provenienti dal Nord Est e dalla Bahia, ndr), cose che qui sono frequenti».

L’omelia del vescovo Azcona è proseguita dicendo che «queste celebrazioni dipendono dagli spiriti che vengono evocati, ed è evidente che questa sia stregoneria rispetto alla quale ci mette in guardia la lettera di San Paolo ai Galati al capitolo V, versetto 29, quando denuncia il peccato di idolatria che è incompatibile con il Vangelo e con la missione».

Azcona ha anche messo in guardia dal culto alla Pachamama e alla Madre Terra «che è stata adorata in Vaticano. Sono le dee come Cibele (nell’antichità classica, ndr) o la dea Astarte venerata in Babilonia, entrambe espressione della fecondità della donna. L’invocazione alle statuette di fronte alle quali anche alcuni religiosi si sono inchinati in Vaticano (e non dico la congregazione di appartenenza…) sono l’invocazione di un potere mitico, quello della Madre Terra, alla quale si chiedono benedizioni su tutta l’umanità o gesti di gratitudine. Sono sacrilegi demoniaci che producono scandalo soprattutto per i piccoli che non sanno discernere».

Poi, avviandosi alla conclusione ha detto: «La madre terra non deve essere adorata perché tutto, anche la terra, è sotto il dominio di Gesù Cristo. Non è possibile che ci siano spiriti che abbiano un potere pari o superiore a quello di Nostro Signore o della Vegine Maria».

E, strappando un applauso liberatorio, ha ribadito che «la Pachamama, non è e non sarà mai la Vergine Maria. Dire che quella statua rappresenta la Madonna è una bugia. Non è la Signora dell’Amazzonia perché l’unica Signora dell’Amazzonia è Maria di Nazaret. Non facciamo mescolanze sincretiste. Tutto ciò è impossibile: la Madre di Dio è la Regina del Cielo e della terra».

Parola di un vescovo amazzonico che ha parlato davanti a una platea amazzonica in una delle capitali dell’Amazzonia. Quindi, la domanda: siamo sicuri che a Roma conoscano la regione di cui si stanno occupando in questi giorni? Non è forse che l’Amazzonia di cui si parla è solo un luogo teologico preso in ostaggio da un certo modo di fare missione con lo scopo di stravolgere la dottrina e introdurre una nuova fede?