IL SINODO NEL VIVO

Il fumo di Satana era già entrato. Ora va in processione

Mentre il Sinodo entra nel vivo non si placa lo sconcerto sui riti tribali amazzonici nei giardini vaticani e in Basilica di San Pietro. Quando si prendono riti e simboli al di fuori del cristianesimo, quando ci si inginocchia davanti alla terra, quando si porta in processione una statua di donna incinta e nuda si scherza con il fuoco. Un culto diverso e segni cultuali diversi sono opera e vittoria del demonio. La vera inculturazione è il seme cattolico che si innesta nella tradizione pagana, non il contrario. 
-DONNE "PRETE", IL FRONTE ROSA di Luisella Scrosati 
-IL DIARIO DEL SINODO di Nico Spuntoni
-E IO MI RIGUARDO "MISSION" di Carlo Giovanardi 

Ecclesia 10_10_2019

Ho preso contatto con la documentazione fotografica del rito “panamazzonico” del 4 ottobre nei giardini vaticani, presenti, oltre gli autoctoni, anche dei vescovi con il Romano Pontefice. A prima vista lo sconcerto, il disgusto, l’orrore, il dolore sono stati grandi. Soprattutto una infinita tristezza mi è salita dal cuore guardando gli oggetti posti sul lenzuolo, che di cristiano non avevano nulla, almeno a percezione immediata, in particolare la statuetta in legno della donna incinta e nuda, sulla quale si potrebbe sentenziare: se qualcuno ha il gusto di questi simboli, «noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio» (1Cor 11,16) (la statuetta è stata usata per l’apertura del sinodo). Taccio sulle persone inginocchiate o quasi di fronte alla terra e sul silenzio dei liturgisti che in altri casi ridimensionano l’inginocchiarsi. Ciononostante, prima di esaltarsi o sdegnarsi, è necessario individuare qualche criterio per valutare l’avvenimento e solo dopo tirare le conclusioni.

INCULTURAZIONE LITURGICA: DA DOVE COMINCIARE?
Si è trattato di un tentativo di inculturazione di elementi amazzonici in una preghiera. È un procedimento che la Chiesa da sempre ha messo in atto e dunque il metodo non ha nulla di strano. Infatti «è a partire innanzitutto dalle realtà della creazione che vive la preghiera (...) vissuta da una moltitudine di giusti in tutte le religioni», anche se «è soprattutto a partire dal nostro padre Abramo che (...) viene rivelata» (CCC 2569) e anche se «nel loro comportamento religioso, gli uomini mostrano limiti ed errori che sfigurano in loro l’immagine di Dio. Molto spesso gli uomini, ingannati dal maligno, hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e hanno scambiato la verità divina con la menzogna» (CCC 844). Insieme alle altre grandi religioni, la liturgia della Chiesa «presuppone, integra e santifica elementi della creazione e della cultura umana conferendo loro la dignità di segni della grazia» (CCC 1149), «comporta segni e simboli relativi alla creazione (luce, acqua, fuoco), alla vita umana (lavare, ungere, spezzare il pane) e alla storia della salvezza (i riti della Pasqua)» (CCC 1189) e l’Eucaristia rende grazie non solo per la redenzione e la santificazione, ma anche per «la creazione» (CCC 1328).

Tuttavia, come insegna la Congregazione per il culto divino nell’Istruzione La liturgia romana e l’inculturazione (25.1.1994), «prima di ogni ricerca di inculturazione, va tenuta presente la natura stessa della liturgia» (21) e bisogna vegliare perché ogni forma di inculturazione «non appaia ai fedeli come il ritorno a uno stato anteriore all’evangelizzazione» (32), per non dire poi che le esigenze di una cultura suppongono di «tenere conto anche delle popolazioni segnate dalla cultura urbana e industriale» (30) e «può succedere che certi usi e costumi abbiano ormai soltanto un interesse folkloristico» (49).

Ecco, sembra che il rito dei giardini vaticani non abbia tenuto conto sufficientemente di quanto sopra. In particolare - e questo è il punto determinante - è metodologicamente rischioso se non errato partire da riti non cristiani per renderli cristiani. Il vero movimento è esattamente il contrario: si inserisce il rito cristiano (inculturato nella cultura dei portatori) come un seme in un’altra cultura e adagio adagio esso prenderà dei connotati tipici della cultura in cui è inserito non senza una purificazione e un rigetto di alcuni usi rituali autoctoni. Inoltre va aggiunto che non viviamo più nel II o nel IV secolo, per cui la Chiesa ha già compiuto parecchie volte un discernimento «tra ciò che era incompatibile con il cristianesimo e ciò che poteva essere assunto» (16) e di questo bisogna tenere conto.

È vero, si cita spesso una lettera di san Gregorio Magno († 604) sulla evangelizzazione degli Angli (XI,56 del 18.7.601), che permette di continuare l’uso festivo di costruire capanne di frasche e consumare banchetti presso i luoghi sacri, però Papa Gregorio: a) se raccomanda di non abbattere i templi, prescrive di abbattere gli idoli; b) è preoccupato che tutte le usanze cultuali siano cristianizzate in modo esplicito; c) almeno per tre volte dice che quanto si praticava prima da parte di quelle popolazioni era culto dei demoni.

L’INELIMINABILE CATEGORIA DELLA PRESENZA DEL DEMONIO
Nei testi precedenti - cfr san Gregorio Magno e CCC 844 - per ben due volte è comparso un convitato di pietra: il demonio! È comparso anche a me il giorno dopo, sabato, quando ho trovato nelle letture della Messa le parole: «Avete irritato il vostro creatore, sacrificando a demoni e non a Dio» (Bar 4,7), cfr anche gli israeliti che «hanno sacrificato a demoni che non sono Dio» (Dt 32,17). Nel NT un idolo e la carne a lui sacrificata valgono qualcosa? «No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni» (1Cor 10,20-21).

Dunque un culto diverso e segni cultuali diversi sono opera e vittoria del demonio. L’antichità cristiana talvolta ha parlato nello stesso senso: i demoni sponsorizzarono uomini divinizzandoli (gli dèi greco romani ma perché no gli antenati dei primitivi?), usarono parole delle Scritture e di Gesù Cristo per ingannare, scimmiottarono i sacramenti cristiani: così san Giustino († 165) in Apologia I 26,1; 54; 62,1. Taziano il Siro († 180) confessa: «Ho esaminato ogni sorta di riti religiosi istituiti da effeminati e da androgini, ho trovato (...) altrove altri demoni che fomentano eruzioni di cattiveria» (Orazione 29) e Origene († 253) scrive che i demoni usano nomi divini «per essere adorati come lo è il sommo Dio» (Esortazione al martirio 46).

Diciamola tutta: Satana vuole essere adorato - essere come Dio: e non fu questa la tentazione che suggerì ai progenitori in Gen 3,5 e che prima ancora rivelava il suo desiderio profondo? - e sa benissimo che le messe nere non potranno mai andare oltre a una pratica eccentrica e di nicchia. Per cui «si maschera da angelo di luce» (2Cor 11,14) e cerca di far deviare gli uomini attraverso false immagini di Dio che sfociano in un culto vano. In questo senso le tentazioni di Satana sono sempre alte e oltre i peccati della carne: Satana tentò Davide di censire Israele e Giuda di tradire Gesù (cf 1Cr 21,1; Gv 13,2) e anche con Gesù Cristo le tentazioni riguardavano il suo ministero salvifico sino alla richiesta dell’adorazione (cf Mt 4,1ss.).

Adorazione che sant’Agostino († 430) ha ben presente: «I demoni falsi si arrogano superbamente gli onori del culto soltanto perché sanno che sono dovuti al Dio vero (...), sbarrando all’uomo il cammino verso il Dio vero affinché l’uomo non sia sacrificio di Dio proprio nell’atto stesso in cui sacrifica ad altro che non è Dio» (La città di Dio 10,19), «i demoni (...) si arrogano la natura divina e bramano di esser creduti dèi, esigono il sacrificio e godono di tali onori soltanto perché sanno che il vero sacrificio è dovuto al vero Dio» (Ivi, 15,16).

Ciò detto, non ho detto che tutto nelle religioni non cristiane sia male e che non bisogna inculturare, tantomeno ho detto che il Romano Pontefice... è indemoniato! Dio mi guardi!

Dico solo che quando si prendono riti e simboli al di fuori del cristianesimo, quando ci si inginocchia o quasi davanti alla terra, quando si porta in processione una statua di donna incinta e nuda si scherza... con il fuoco. Inutile negarlo: la prima reazione venutami alla mente è stata: qui c’è il demonio sotto forma di cultura e di inculturazione. La reazione successiva è stata: sì, però c’è il Romano Pontefice e lo Spirito Santo non può aver permesso tanto; il Romano Pontefice avrà operato un discernimento che mi sfugge, per cui preghiamo per lui e con lui.

Ciò che mi preme sottolineare è che la verità è sinfonica e, a prescindere da quanto accaduto nei giardini vaticani e in Basilica, l’influsso diabolico sui culti non cristiani non può essere azzerato e da questo libera l’evangelizzazione: «Vi siete convertiti dagli idoli a Dio» (1Ts 1,9).

INCONVENIENTI MINORI AGGIUNTI
L’entrata nel catecumenato prevede un esorcismo e una rinunzia ai culti pagani laddove questi siano tesi «a venerare le potenze degli spiriti o a evocare le ombre dei defunti o a ottenere benefici per mezzo di arti magiche» (RICA 78). È prevista una insufflazione con una formula (RICA 79) che è stessa nel Rito degli Esorcismi (59). Ma dopo l’uso di tutti quegli altri segni nei giardini vaticani, a che cosa un pagano dovrà rinunciare?

E poi perché ogni popolo non potrebbe tentare l’analogo con la sua cultura? Perché - Riccardo Wagner († 1883) benedicente e redivivo - i tedeschi non potrebbero rivisitare liturgicamente la loro mitologia? Perché non applicare questi procedimenti a partire dall’islam ecc.?

Gli ortodossi sarebbero favorevoli a entrare in piena comunione con una Chiesa che pratica simili riti? Sopporterebbero la statuetta di una donna nuda incinta? Taccio sui lefevriani.

Ancora, con quale coraggio da ora in poi si potrà rimproverare chi commette abusi liturgici?

DUE COMICHE FINALI
Sofferente per il “colpo della strega” e non potendo assumere anti infiammatori, ho pensato che con il nuovo corso potrei rivolgermi a qualche stregone. Ma ho accantonato l’idea perché, essendo prete e diffidando i fedeli dal rivolgersi a stregoni, anche se mi presentassi sotto mentite spoglie, probabilmente lo stregone non riuscirebbe più a procedere. Ma ho anche pensato che invece, se andasse da lui qualche monsignore dei giardini vaticani, lo stregone lo accoglierebbe con un: “Ah... benvenuto. Vedo con piacere che lei è dei nostri”! Che se poi dovesse ripetergli questo saluto in punto di morte... Sto scherzando.

Poi, come Martin Luther King († 1968) e il card. Carlo Maria Martini († 2012) ho fatto un sogno: perché la Santa Sede, invece di fare un sinodo (costoso), non potrebbe inviare in Amazzonia i religiosi tradizionalisti commissariati e non? Evangelizzerebbero, inculturerebbero e ammansirebbero Bolsonaro. Ma è un sogno impossibile, perché a differenza di Luther King e di Martini, è un sogno tradizionalista e questi sogni non sono ammessi. Non sto scherzando.