VERSO LA BEATIFICAZIONE

Ecco il Giovanni Paolo II che ho conosciuto

In una intervista a ilsussidiario.net
il Patriarca di Venezia Angelo Scola rievoca l'incontro con Giovanni Paolo II, il "papa della libertà". «Una cosa impressionante».

Attualità 29_04_2011
Cardinal Angelo Scola

 

«Per me Wojtyla è stato il papa della libertà ed è il santo della libertà». Lo afferma il Patriarca di Venezia, Angelo Scola, in una significativa intervista rilasciata a ilsussidiario.net. «Una libertà però che ha continuamente bisogno di essere liberata» dalla fede «divenuta lungo tutto l’arco della sua esistenza il fattore primario di conoscenza»: «di sé, degli altri e di Dio».

Il ricordo del Patriarca è vivido, vibrante. «La prima volta che salii sull’altare con lui, nel 1979, rimasi colpito dal suo modo di celebrare. Giovanni Paolo II era un papa “mistico”, che viveva un rapporto di straordinaria immediatezza con Dio. Non c’è da sorprendersi che la gente ne abbia invocato fin dal giorno della sua morte la santità. Bastava vederlo pregare. Quando si andava a pranzo da lui, si passava per la cappella a dire l’Angelus. Tutti noi pensavamo che fosse una questione di 30 secondi. A volte, invece, durava così a lungo che non si riusciva più a stare in ginocchio sul pavimento. Il papa si immergeva davvero nella preghiera, per lui non c’erano più né tempo né spazio. Lo si vedeva anche dal movimento delle labbra. Nella sua preghiera io ho percepito - o meglio, ho visto - un dialogo con Dio profondo, ininterrotto. Come un respiro, il Santo Padre emetteva dei suoni come il gorgogliare di un torrente che non si ferma mai. Una cosa impressionante».