Curare il Covid, il popolo libero che i media non vedono
Completamente ignorata dal media system - o attaccata dal solito Mentana - la conferenza sulle terapie domiciliari precoci di domenica in Piazza Duomo. Ma la vera notizia è che c'è un popolo di persone libere che non ha smesso di pensare con la propria testa. E ora si profila anche un referendum popolare.
- IL DOSSIER COVID AT HOME
Il giornalista collettivo non tollera deviazioni sulla via del conformismo. Non fa eccezione Enrico Mentana che ha disprezzato la manifestazione promossa dal comitato per le terapie domiciliari a Milano. Per la verità, almeno Mentana si è accorto che migliaia di persone, nella domenica del lungo ponte della Repubblica, invece di andare a Pinarella a inscatolarsi come sardine, sono scese in piazza Duomo riempiendola (le foto sono eloquenti) per rivendicare il diritto a curare precocemente il covid. Gli altri giornali, invece, tutti gli altri giornali non l’hanno nemmeno considerata una notizia e questo la dice lunga sull’obiettività della stampa di casa nostra.
Mentana però, la notizia l’ha capita, ma l’ha anche anche demolita. "Quello in piazza domenica altri non era che il partito delle cure domiciliari", titola. Se si tratta di un partito, significa che si è di parte. E la parte sottolineata da Open, il giornale che fa capo al giornalista de La 7, è quella delle fake news e dei no vax. Ormai siamo allo stigma sociale e poco importa se domenica in piazza Duomo i medici che hanno parlato a favore delle cure domiciliari precoci fossero tutti vaccinati.
No, il giornalista collettivo è andato a pescare proprio l’unico che non era vaccinato. Stigma su stigma si è arrivati persino ad affermare che quello era il partito delle cure, ma la cura non c’è. Anche qui, un po’ di qualunquismo non fa mai male, perché la cura al covid non c’è se si decide, come si è deciso, che il coronavirus non si doveva curare. Lo ha detto bene il dottor Andrea Mangiagalli, una vecchia conoscenza della Bussola, dal palco di piazza Duomo: «In 30 anni che faccio questo lavoro non ricordo nessuna patologia acuta infettiva in cui sia stata data come prescrizione “aspetta e vedi cosa succede”». Si riferiva all’ormai perniciosa raccomandazione della vigile attesa, che ha costretto all’abbandono terapeutico migliaia e migliaia di persone che sono poi morte in ospedale.
E poco importa che la battaglia dell’avvocato Erich Grimaldi abbia portato a casa un provvedimento storico in Consiglio di Stato e al Tar, un impegno del Parlamento vincolante e si appresti ora a lanciare un referendum popolare. Carta straccia, evidentemente, per Mentana e per le redazioni tanto che la portavoce del comitato, Valentina Rigano, ha dovuto protestare con il volto tv perché nessuno dei suoi giornalisti ha mai preso la cornetta e si è mai informato sul comitato. Così come risulta alquanto temeraria l'affermazione che «tutte le soluzioni si sono rivelate deboli o inadeguate». Della serie: deontologia saltami addosso.
Questa tecnica ormai la conosciamo, ma quello che non avevamo ancora visto è che c’è ancora un’Italia che pensa e che non ha paura di esporsi. E non è un partito, anzi, se qualche giornalista volesse andarci a guardare scoprirebbe che forse si tratta della maggioranza silenziosa del Paese che ha perfettamente capito che il covid è una malattia non incurabile, lo diventa se affrontata in ritardo, che è quasi sempre colpevole. Le fake news ormai stanno in poco posto. E sicuramente è questo che dà maggiormente fastidio ai padroni del vapore: che ci siano persone libere e non controllabili che scendono in piazza indossando una maglietta che sostiene il contrario di quanto non uno, ma ben due governi, hanno sciaguratamente portato avanti.