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«Il Battesimo, risposta alla sfida educativa»

Il Papa, battezzando 21 neonati nella Cappella Sistina, ha chiesto un sostegno alla famiglia, oggi minacciata «da più parti».
- Il battesimo di Gesù, di R.Sangalli 

Attualità 10_01_2011
papa battesimi
«Come è ormai tradizione», Benedetto XVI nella festa del Battesimo del Signore, il 9 gennaio, ha amministrato il sacramento del Battesimo a ventuno neonati nella Cappella Sistina. Sul significato del Battesimo è tornato anche nell’ Angelus domenicale.

Si può dire che sia anche diventato consueto il collegamento nel Magistero di Benedetto XVI tra il Battesimo e quella che nella Lettera alla diocesi e alla città di Roma del 21 gennaio 2008 il Papa chiamava «emergenza educativa». In quella lettera il Papa spiegava che, se educare non è mai stato facile, oggi viviamo in una situazione di crisi particolare dell’educazione, a causa di «un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana [e] del significato stesso della verità e del bene». In occasione dei battesimi del 9 gennaio, il Papa ha ripetuto che «il venir meno di stabili riferimenti culturali, e la rapida trasformazione a cui è continuamente sottoposta la società, rendono davvero arduo l’impegno educativo».

Con il Battesimo dei bambini «una realtà […] è posta in loro come il seme di un albero splendido», che però «deve essere fatto crescere». Il Battesimo è uno straordinario punto di partenza, anche per i ventuno neonati della Cappella Sistina. All’Angelus il Papa ha citato «il beato Antonio Rosmini [1797-1855] [il quale] afferma che “il battezzato subisce una segreta ma potentissima operazione, per la quale egli viene sollevato all’ordine soprannaturale, vien posto in comunicazione con Dio” (Del principio supremo della metodica…, Torino 1857, n. 331)». Ma il Battesimo non basta.  «È necessario che, dopo il Battesimo, essi vengano educati nella fede, istruiti secondo la sapienza della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa, così che cresca in loro questo germe della fede che oggi ricevono e possano raggiungere la piena maturità cristiana».

Soggetti di questa azione educativa sono – prima ancora della scuola – la Chiesa e la famiglia. «La Chiesa, che li accoglie tra i suoi figli, deve farsi carico, assieme ai genitori e ai padrini, di accompagnarli in questo cammino di crescita». Quanto alla famiglia, un’azione a suo favore di aiuto e di sostegno «è necessaria nell’attuale contesto sociale, in cui l’istituto familiare è minacciato da più parti e si trova a far fronte a non poche difficoltà nella sua missione di educare».

Tra i contenuti dell’educazione cristiana, il Papa ha voluto insistere sul senso del peccato. Nell’omelia nella Cappella Sistina ha fatto notare che Gesù, che è senza peccato, al Giordano «si mette realmente in fila con i peccatori». Gesù non ha bisogno del Battesimo. Dobbiamo dunque vedere nel suo umiliarsi di fronte a Giovanni Battista un altro significato. «Il gesto di Gesù anticipa la Croce, l’accettazione della morte per i peccati dell’uomo» e dunque la Redenzione.

Il senso del peccato e della Redenzione, che deve caratterizzare ogni autentica educazione cristiana, è anche connesso al mistero della Trinità. L’«atto di abbassamento» del Battesimo sul Giordano, «con cui Gesù vuole uniformarsi totalmente al disegno d’amore del Padre e conformarsi con noi, manifesta la piena sintonia di volontà e di intenti che vi è tra le persone della Santissima Trinità. Per tale atto d’amore, lo Spirito di Dio si manifesta e viene come una colomba sopra di Lui, e in quel momento l’amore che unisce Gesù al Padre viene testimoniato a quanti assistono al battesimo da una voce dall’alto che tutti odono. Il Padre manifesta apertamente agli uomini, a noi, la comunione profonda che lo lega al Figlio: la voce che risuona dall’alto attesta che Gesù è obbediente in tutto al Padre e che questa obbedienza è espressione dell’amore che li unisce tra di loro».

Per ogni battezzato, ha detto il Papa «inizia un cammino che dovrebbe essere un cammino di santità e di conformazione a Gesù […]. Perciò, comprendendo la grandezza di questo dono, fin dai primi secoli si ha avuto la premura di dare il Battesimo ai bambini appena nati». Ma con il Battesimo «i genitori e i padrini s’impegnano ad accogliere il neo-battezzato sostenendolo nella formazione e nell’educazione cristiana». In epoca di emergenza educativa, si tratta di un compito difficile. Ma un forte senso del peccato e della Redenzione può conferire a questo compito il suo significato ultimo e, insieme, dare la forza per realizzarlo.