St. John the Evangelist by Ermes Dovico

INTERVISTA

«Francesco è autentico: può affrontare chiunque»

Intervista a padre Robert Sirico, famoso commentatore anglosassone delle questioni di Chiesa, sull'influenza che papa Francesco potrà avere negli Usa e in Europa. 

Ecclesia 24_03_2013
Francesco

Nel corso delle intense e gioiose giornate romane per l’elezione del nuovo Pontefice, uno dei commentatori più ricercati dai network anglosassoni è stato il Reverendo Robert Sirico, presidente dell’Acton Institute for the Study of Religion and Liberty di Grand Rapids, nel Michigan, da lui fondato nel 1990 insieme a Kris Alan Mauren. Nato negli Stati Uniti da genitori di origini italiane, laureato in teologia alla Catholic University of America di Washington e ordinato sacerdote nel 1989, Padre Sirico fonda l’Istituto quando si rende conto che nell’ambito degli studi religiosi manca un’adeguata formazione sui principi basilari della teoria economica – con la conseguenza che agli studenti mancano gli strumenti adeguati per affrontare i problemi sociali di oggi.

L’istituto di ricerca, che nel board vanta nomi illustri quale l’economista argentino Alejandro Chaufen, è quindi un singolare, riuscito esperimento di “matrimonio” fra lo studio del libero mercato ispirato alla libertà individuale e i principi religiosi, leggi la morale e il pensiero sociale cristiani. Esso ha per scopo la promozione di una società libera, virtuosa e umana.

In un mondo, quello occidentale, che vuole ridurre la fede – soprattutto se cristiana – a fatto privato, e di fronte alle domande e alle sfide che la perdurante crisi economica sta ponendo ai paesi europei e agli Stati Uniti, in particolare, è allora interessante chiedere a Padre Sirico un commento sul nuovo Papa e su come pensa che questo pontificato possa incidere sui temi più urgenti. In particolare, da osservatore privilegiato del panorama politico statunitense, gli chiediamo in che modo pensa che Papa Bergoglio fará sentire direttamente e indirettamente la sua voce orientandone gli sviluppi.

Padre Sirico, che reazione ha avuto all’elezione di papa Francesco? Conosceva già il suo nome, la sua predicazione e pensa che ci sia continuità con papa Benedetto XVI?
Sono stato molto contento ma anche sorpreso quando è stato il Cardinale Bergoglio ad affacciarsi alla balconata della Basilica di San Pietro. Ero certo, infatti, che si sarebbe trattato del Cardinale  Angelo Scola, come pare si aspettasse anche la Conferenza Episcopale Italiana.
Conoscevo qualcosa del suo lavoro in Argentina, dove l’Acton Institute ha un ufficio. In realtà, quando avevo commentato il conclave del 2005 per la BBC mi era stato chiesto se pensavo che Ratzinger potesse diventare Papa e avevo risposto qualcosa come sì, che «o sarebbe stato o lui o una specie di Ratzinger più gentile e più amichevole: Bergoglio». Quindi la mia previsione era corretta, solo che avevo sbagliato il conclave. Di conseguenza, l’ovvia continuità fra papa Francesco e papa Benedetto sarà nel loro insegnamento della Fede: l’insegnamento sullo scopo e il significato del matrimonio, la contrarietà alla teologia della liberazione, la difesa della vita umana, cioè di quelle cose che non possono cambiare, né cambieranno mai.
Naturalmente ci saranno differenze, soprattutto in termini di priorità e di stile, ma ci sarà una continuità sostanziale.

Come pensa che l’elezione di un Papa latino americano si accorderà con la Chiesa cattolica statunitense, soprattutto di fronte alle aspettative deluse di un Papa nord-americano. Immagina che questa elezione sosterrà il numero crescente di cattolici statunitensi di fronte all’emorragia di fedeli che si sta verificando in America Latina a favore degli Evangelici?
Allo stato attuale il nuovo Papa è praticamente uno sconosciuto negli Stati Uniti, così credo che le prossime settimane e i prossimi mesi saranno molto importanti per vedere cosa succede. Da quello che posso giudicare fino ad ora, papa Francesco sembra particolarmente bravo nell’inviare messaggi attraverso i suoi gesti e attraverso l’umiltà assoluta che traspare dalla sua persona. Credo che l’America del Nord lo amerà molto, soprattutto la nostra numerosa popolazione ispanica. Vede, non credo che negli Stati Uniti fossero in molti a credere per davvero che avremmo avuto un Papa americano, per cui è probabile che non ci sia stata neanche una grande delusione. Credo che uno come papa Francesco sarà in grado di comunicare in modo efficace, in un modo “evangelico” con quelli che sono stati attratti dall’Evangelismo. Dopotutto, i primi evangelici siamo noi cattolici! Una parte importante di questo sforzo spetterà ai credenti cattolici, che dovranno essere pronti a dare, e rispondere ai nostri amici protestanti sulle ragioni della nostra fede.

Quale crede che sarà l’impatto del nuovo Papa sulle questioni morali, in particolare per tutto ciò che attiene alla persona (aborto, inseminazione artificiale eterologa, uteri in affitto, matrimonio omosessuale, ecc.) dato che negli Stati Uniti le libertà in proposito sono spinte quasi all’eccesso?
Papa Francesco, come è ovvio, articolerà la visione della Chiesa sulla dignità umana, che non può essere strumentalizzata per alcun motivo. Ho particolarmente apprezzato l’enfasi che papa Francesco ha posto sul fatto che la difesa della persona sia, ancora prima che una questione di natura religiosa, un argomento scientifico. L’inizio della vita, infatti, che coincide con l’inizio della vita biologica di ogni mammifero, inizia con il concepimento: qui non si tratta di speculazione teologica, ma di genetica.

Crede che il presidente degli Stati Uniti Obama, che ha già parlato del neo-eletto Bergoglio come di un cardinale che aveva a cuore i poveri, sarà ostacolato da papa Francesco?
Credo che il presidente Obama sarà sfidato dall’insegnamento e dalla testimonianza personale di papa Francesco. Ma, naturalmente, per accogliere la sfida la persona deve essere aperta alla verità e all’amore più di quanto non lo sia al potere e alla politica. Tuttavia, succede talvolta che il “tuonare” gentile della verità possa chiamare al pentimento anche il cuore più duro. Papa Francesco è molto abituato a trattare con i leader politici che combattono la Chiesa, e visti gli attacchi senza precedenti che sono in atto contro la Chiesa cattolica negli Stati Uniti da parte di un presidente americano [come l’Obamacare, che obbliga i datori di lavoro a pagare le assicurazioni sanitarie per i loro sottoposti, anche se coprono spese quali aborti, sterilizzazioni, contraccezione ed altre pratiche contrarie all’insegnamento della Chiesa in ambito morale, ndr], sarà molto interessante vedere come si affronteranno.

Quale pensa sarà l’impatto che il papa avrà su questioni quali la crisi economica americana e sulle politiche governo-centriche di Obama? Sa se il pontefice si è mai espresso a favore dell’imprenditorialità, della libertà economica e del principio di sussidiarietà?
Sono certo che Francesco confermerà gli insegnamenti del Beato Giovanni Paolo II sull’attività di impresa e di business come chiamata vocazionale, nonché sulla sussidiarietà. Ma siccome non ha scritto molto in generale, non so come si potrà applicare su questi temi. In realtà, non sono sicuro che al Santo Padre interessino i dettagli di queste questioni, ma il fatto che abbia pagato di persona il conto della residenza in cui era alloggiato prima del Conclave, dimostra il suo rispetto per la necessità di riuscita propria di ogni attività d’impresa.

Come pensa che un papa argentino possa incidere sulla crescente de-cristianizzazione dell’Europa?
Dal mio punto di vista, credo che la questione vera non sia tanto da quale parte del mondo proviene, ma piuttosto che tipo di uomo è, quali saranno i suoi insegnamenti, e l’autenticità che mostra di avere. E credo che papa Francesco ce la possa fare molto bene.