CHIESA & FEDE

Alle Fontanelle il santuario voluto da Rosa Mistica

Il riconoscimento del vescovo di Brescia si inserisce in una nuova fase di discernimento sulla mariofania di Montichiari e tiene conto del verificarsi anno dopo anno di grazie, ma non coincide, almeno per ora, con il riconoscimento ufficiale delle apparizioni. Una cosa è certa, però: il santuario era stato predetto. 

Ecclesia 18_09_2019

Alle Fontanelle di Montichiari la Madonna avrà un nuovo Santuario. Lo ha deciso il vescovo di Brescia con il placet della Santa Sede. La costituzione verrà ufficializzata solennemente il prossimo 7 dicembre quando mons. Pierantonio Tremolada farà pellegrinaggio alle Fontanelle e presiederà la santa Messa. Il nuovo tempio sarà dedicato a Maria Rosa Mistica ed è impossibile evitare un riferimento alle Visite della Santa Vergine testimoniate proprio in questo luogo e sotto questo titolo, nel 1966, da un’umile donna della terra bresciana. Eppure, è del tutto prematuro parlare adesso di un riconoscimento delle apparizioni.

Pierina Gilli, conosciuta come la veggente di Montichiari che ha speso la sua vita prima come infermiera e successivamente in una forma personale di radicale consacrazione a Dio, ha sempre fedelmente dato conto ai confessori e con gli scritti fin dal 1944, anno delle prime manifestazioni soprannaturali, alla morte, avvenuta nel 1991, di una costante esperienza mistica che la porta a incontri e dialoghi con la Madonna e il Signore Gesù. Al pari di altre figure a lei similari, come santa Gemma Galgani, che prima di tutto ricevette le visite celesti di san Gabriele dell’Addolorata, questi appuntamenti con la Madre e il Figlio le vengono preannunciate e introdotte da suor Maria Crocifissa di Rosa, la fondatrice delle Suore Ancelle della Carità di Brescia, vissuta nell’Ottocento, un secolo prima della nostra, che quando inizia ad apparire a Pierina è beata, ma che in seguito, nel 1954, viene proclamata santa da papa Pio XII.

La Gilli, nel corso di questa sorprendente esistenza spirituale, è assurta agli onori delle cronache in due distinti momenti, nel 1947 e nel 1966, quando alcuni avvenimenti eclatanti ruppero il muro di nascondimento che si era edificata attorno, in obbedienza all’autorità della Chiesa che mai incoraggia la divulgazione di eventi di siffatta natura. Si seppe e si scrisse allora che l’infermiera di Montichiari era stata destinataria di due cicli di apparizioni e messaggi della Madonna. Nel primo caso, culminato l’8 dicembre 1947, l’Immacolata le era apparsa dentro al Duomo su una Scala Santa che conduceva al Cielo; nel secondo la Vergine si era portata alle risorgive delle Fontanelle, nella campagna adiacente il borgo, benedicendo una sorgente con le sue mani la Domenica in Albis del 1966, nel giorno in cui oggi per volere di papa Giovanni Paolo II si celebra la Festa della Divina Misericordia, promettendo per l’appunto particolari grazie di misericordia nel corpo e nello spirito a chi si fosse colà bagnato e dissetato con fede. In quello stesso luogo, quello stesso anno apparve anche il 13 maggio, per l’anniversario di Fatima, e il giorno del Corpus Domini.

La Madre di Dio, presentandosi come Maria Rosa Mistica e Madre del Corpo Mistico la Chiesa, si mostrava a Pierina in vesti candide e tre rose sul petto, che spiegò corrispondere alle preghiere sacrifici e penitenze richieste alla veggente e a chi avesse creduto a questa sua venuta per riparare i torti di tre specifiche categorie di consacrati: di quanti cioè vengono meno alla loro vocazione, di coloro che vivono in peccato mortale e dei sacerdoti che tradiscono Gesù, come Giuda.

Per una conoscenza completa del messaggio e della mariofania trasmessi da Pierina rimando allo studio del biblista Enrico R. Galbiati Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa, di cui mi sono occupato dell’edizione postuma per Ares insieme con Rosanna Brichetti Messori, e ai Diari della Gilli, la cui pubblicazione ho curato per lo stesso editore raccogliendo anche molti documenti utili per una piena comprensione della vicenda. Qui basti sapere che, tralasciando il contenuto delle numerose rivelazioni private, ricchissime di spunti per un approfondimento della vita di fede, il messaggio dei due cicli di apparizione del 1947 e del 1966 sono un accorato appello alla Chiesa perché, a partire dai consacrati, gli uomini evitino «il più grande castigo» – così lo definisce la Madonna – che da soli si infliggono abbracciando «l’ateismo».

In pratica la Vergine, nell’immediato dopo guerra, paventava una grande crisi di fede che avrebbe colpito il cuore della Casa di Dio nei suoi figli prediletti, i consacrati, denunciando l’esigenza di una nuova loro conversione di fronte al dilagare dell’indifferenza e di gravi peccati. E forse proprio per questo Pierina Gilli fu guardata con preoccupazione e imbarazzo non dai sacerdoti e dai religiosi della parrocchia che la conobbero da vicino, ma dai membri della gerarchia per cui allora, in un’epoca di seminari ancora pieni, era forse impensabile ciò che poteva suonare come un richiamo tanto esplicito verso le proprie mancanze e negligenze.

Sta di fatto che sulle apparizioni il giudizio del primo vescovo coinvolto, mons. Giacinto Tredici, rimase sospeso, anche per l’ostilità aprioristica del suo cancelliere di Curia, chiamato a condurre in sua vece le indagini di rito sui fatti del 1947, il quale non diede peso ai pareri autorevoli del primario psichiatra degli Spedali di Brescia e di alcuni illustri pastori, fra cui due futuri vescovi, che dichiararono la Gilli perfettamente sana, intelligente, onesta e di buone intenzioni... e la liquidò, invece, come disturbata e visionaria. E, nei decenni a venire, i successori sulla cattedra di sant’Anatalone lasciarono le cose ugualmente in sospeso senza ordinare ulteriori approfondimenti di studio. Anzi, se fecero qualcosa, fu di richiedere con mons. Bruno Foresti nel 1984 alla Congregazione per la Dottrina della Fede di informare le Diocesi di tutto il mondo che non c’è un riconoscimento delle apparizioni.

Questo atto era in parte dovuto, poiché per vie misteriose in cui si può anche leggere il dipanarsi di un disegno provvidenziale, la notizia della mariofania di Montichiari si è diffusa nei cinque continenti, favorendo ovunque una devozione molto forte per Maria Rosa Mistica e il ritorno di testimonianze da ogni dove di un costante verificarsi di grazie e guarigioni, a detta degli interessati, assolutamente inspiegabili. Il Vescovo, pertanto, in via prudenziale, era tenuto a comunicare che tutto questo movimento di preghiera, di conversione, di vite rinnovate che fluttuava dalla Germania alla Cina, dall’Uganda al Messico fino agli Stati Uniti… non era (e non è) riconducibile a un fatto che avesse goduto di adeguato studio e attenzione da parte della Chiesa. D’altra parte, si resta sorpresi di come, al tempo stesso, l’autorità competente, in considerazione delle novità insorte negli anni – su tutte il nuovo ciclo di apparizioni del ’66 e questa messe di frutti buoni o buonissimi non saprei, ma certamente da saggiare – non abbia dato subito impulso a ulteriori studi e supplementi di indagine.

Questo impasse, tuttavia, è stato interrotto dagli ultimi tre vescovi di Brescia che non sono rimasti evidentemente insensibili al sensus fidei che accompagna la vicenda di Montichiari: da mons. Sanguineti, che nel 2001 ha riconosciuto alle Fontanelle il culto mariano di Maria Rosa Mistica; da mons. Monari che fra gli ultimi atti pubblici nel 2017, prima di lasciare l’incarico, ha fatto pellegrinaggio alle Fontanelle e che, nel 2014, ha voluto la Fondazione Maria Rosa Mistica in cui sono compresenti membri della Curia e rappresentanti delle associazioni di preghiera legate a Pierina Gilli; e da mons. Tremolada che ha promosso nuovi percorsi di approfondimento e discernimento di natura storica, scientifica e teologica sulla mariofania e la figura di Pierina Gilli.

La costituzione del Santuario si colloca, pertanto, in un processo che inizia da lontano, che ora riconosce la presenza di una devozione sana, di grazie particolari e di molti frutti buoni di conversione, ma che non è detto porti, almeno in tempi rapidi, al riconoscimento delle apparizioni e del messaggio, che pure la Madonna, a detta di Pierina, auspicava avvenisse subito qui come in altri luoghi a Lei cari per il bene delle anime. In ogni caso, una cosa è certa: che il Santuario si sarebbe fatto era stato predetto.